Maduro da un lato, Guaidò dall’altro. Con il primo la Russia di Putin, con il secondo gli Usa di Trump. E così diventa il Venezuela l’ennesimo terreno di scontro tra le due super potenze.
Il caso dei due presidenti è arrivato sui tavoli dell’Onu. Dure le parole di Mike Pompeo sulla gestione socialista di Maduro: “Il suo esperimento è fallito, la gente è alla fame. E’ un regime mafioso e illegittimo”. Il segretario di Stato, inoltre, si è augurato che le nazioni
sleghino “i propri sistemi economici dal governo di Maduro e consentire agli asset che appartengono al popolo venezuelano di andare ai giusti governatori dello Stato”.
L’ingerenza a stelle e strisce è stata vista dai russi come un vero e proprio ‘golpe’. Putin e la Cina hanno chiesto alle altre nazioni di non interferire. E’ una faccende che deve sbrigare autonomamente Caracas.
Vicina alle posizioni americane l’Ue (clicca qui). L’Europa infatti ha chiesto che si tengano “urgentemente elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili in accordo con gli standard democratici internazionali e con l’ordine costituzionale del Venezuela”.
Se non si dovesse procedere con il voto, ha dichiarato Federica Mogherini, alto rappresentante per la Politica estera, “l’Ue prenderà nuove misure, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese”.
Ad unirsi all’appello europeo ci sono pure Olanda e Regno Unito. “Il popolo venezuelano deve avere il diritto di determinare da sé quale futuro voglia”, ha chiarito Stef Blok, ministro degli Esteri olandese. “Se non ci saranno elezioni libere, trasparenti e democratiche in Venezuela nei prossimi otto giorni, anche l’Olanda riconoscerà Guaido come presidente ad interim”.