Usa, furto di dati: multa da 148 milioni di dollari per Uber

La violazione ha interessato moltissimi autisti dell'azienda

The Uber logo is seen outside the Uber Corporate Headquarters building in San Francisco, California on February 05, 2018. The billion-dollar trial pitting Alphabet-owned autonomous driving unit Waymo against Uber started in what could be a blockbuster case between two technology giants over alleged theft of trade secrets. The San Francisco courtroom battle will take place as Waymo and Uber race to perfect self-driving cars that people could summon for rides as desired in a turn away from car ownership. / AFP PHOTO / JOSH EDELSON

SAN FRANCISCO (AWE/AFP) – Uber ha accettato di pagare una multa da 148 milioni di dollari per una massiccia violazione di dati, avvenuta nel 2016. Ma nascosta dall’azienda per un anno. La società di noleggio auto con conducente spiega che l’accordo serve a sanare una violazione che ha interessato alcuni tra i 57 milioni di autisti Uber. E chiude un contenzioso che dalla California si era diffuso ormai nei 50 stati Usa più il Distretto di Columbia.

Maxi multa per Uber, la società ha violato i dati nel 2016

“I newyorkesi meritano di sapere che le loro informazioni personali saranno protette”. Lo ha dichiarato la numero uno dell’avvocatura general di New York, Barbara Underwood. “Abbiamo tolleranza zero per coloro che aggirano la legge e rilasciano le informazioni dei dipendenti rendendoli vulnerabili allo sfruttamento”.

Uber avrebbe appreso a novembre del 2016 della violazione dei dati personali di circa la metà dei suoi conducenti Usa. Secondo i funzionari, Uber avrebbe pagato 100.000 dollari per la distruzione delle informazioni. Ed è rimasta in silenzio per circa un anno, cercando di nascondere l’accaduto.

L’accordo e la definizione di standard di trasparenza

La società ha detto in un comunicato che l’accordo è parte di un tentativo di implementare a pieno gli standard di trasparenza e responsabilità dopo una serie di passi falsi imbarazzanti. “Gli impegni che ci stiamo prendendo con questo accordo sono in linea con la nostra attenzione sulla sicurezza fisica e digitale per i nostri clienti”, dichiara il direttore legale di Uber, Tony West. La società con sede in California ha rivelato la violazione dei dati solo nello scorso novembre dopo che Dara Khosrowshahi è diventato amministratore delegato.

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