Usa, il governo avvia indagine antitrust sui colossi dell’online

Obiettivo delle autorità Usa è sapere se queste società "attuino pratiche che hanno ridotto la concorrenza, impedito l'innovazione o colpito i consumatori"

Foto Xinhua/Bao Dandan

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato di aver avviato una vasta indagine sulle pratiche anticoncorrenziali di piattaforme online, social network, motori di ricerca e siti commerciali. Non vengono nominate le società prese di mira, ma l’attenzione sembra rivolgersi a colossi come Google, Facebook o Amazon, dominanti nei rispettivi mercati.

Obiettivo delle autorità Usa è sapere se queste società “attuino pratiche che hanno ridotto la concorrenza, impedito l’innovazione o colpito i consumatori”, viene sottolineato, “lo scopo dell’indagine del Dipartimento di Giustizia è quello di valutare le condizioni della concorrenza sulle piattaforme online in modo obiettivo ed equilibrato e garantire che gli americani abbiano la possibilità di scegliere la concorrenza”.

Il dipartimento di Giustizia afferma di voler “tenere conto delle diffuse paure dei consumatori, delle imprese e degli imprenditori” che “hanno sollevato preoccupazioni per i servizi di ricerca, i social network e le piattaforme di e-commerce”. “Senza una disciplina della concorrenza significativa, le piattaforme digitali possono utilizzare modalità che non soddisfano le esigenze dei consumatori”, ha dichiarato Makan Delrahim, funzionario antitrust presso il dipartimento di Giustizia. Da mesi i giganti tecnologici vengono accusati di essere troppo potenti o addirittura monopolistici.

La commissione Giustizia della Camera aveva annunciato all’inizio di giugno l’apertura di un’inchiesta sulla concorrenza nel mercato digitale, affermando che “un numero limitato di piattaforme dominanti e non regolamentate ha un potere straordinario negli scambi, nella comunicazione e nell’informazione online”. I colossi della Silicon Valley sono anche sotto la lente delle autorità per le loro pratiche sulla privacy e sui dati degli utenti.

AWE/AFP

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome