ROMA – Di fronte al possibile ribaltamento da parte della Corte suprema della sentenza ‘Roe contro Wade’ sull’aborto, la Casa Bianca sta mettendo a punto una strategia per fare fronte a quello che sarebbe un vero e proprio shock per la società Usa.
Tuttavia, riferisce il Washington Post in un retroscena su quanto sta accadendo in queste ore, le opzioni a disposizione dell’amministrazione Biden sarebbero ben poche. “Saremo pronti, quando sarà emessa la sentenza, qualunque sia”, ha promesso il presidente Joe Biden, ma secondo quanto sta emergendo dai continui incontri e telefonate che intercorrono tra i funzionari della Casa Bianca, gli avvocati del governo, i consulenti esterni e i funzionari federali, gli strumenti a disposizione dell’amministrazione per fare fronte a uno scenario ‘post Roe’ sono scarse. Allo studio, riferisce il Post, ci sarebbe la possibilità di finanziare attraverso Medicaid o un altro meccanismo le spese di viaggio delle donne costrette a recarsi in un altro Stato per praticare l’interruzione di gravidanza. Fonti dell’amministrazione interpellate dal quotidiano ritengono però questo strumento difficilmente praticabile. Ancora più difficile appare la possibilità che il Congresso agisca per garantire l’accesso all’aborto su tutto il territorio degli Stati Uniti, approvando una legge che incorpori i principi contenuti nella storica sentenza della Corte suprema del 1973, ora a rischio ribaltamento. Allla Casa Bianca questo percorso viene al momento considerato impraticabile, sia per la maggioranza risicata al Senato di cui godono al momento i democratici, sia per l’impossibilità di superare l’ostruzionismo parlamentare che sicuramente verrebbe attuato dai repubblicani. “Biden può fare molto poco”, ha spiegato al Post Lawrence Gostin, direttore dell’O’Neill Institute for National and Global Health Law alla Georgetown Law, uno dei consulenti della Casa Bianca sulla vicenda. “In ultima analisi, avremo un sistema dove a seconda dello Stato nel quale si vive ci saranno differenze nell’accesso alla sanità e ai diritti in materia di salute riproduttiva”, ha affermato l’esperto.
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