Dopo vent’anni al vertice dei Democratici, Nancy Pelosi ha deciso di fare un passo indietro. La donna più potente del partito – e probabilmente la più potente a Washington – ha annunciato che non si candiderà alla leadership della minoranza democratica nella nuova Camera dei rappresentanti, dove a gennaio il ruolo di speaker, salvo sorprese, verrà assunto dal repubblicano Kevin McCarthy.
L’annuncio di Pelosi, un vero e proprio cambiamento epocale al Congresso, è giunto all’indomani delle proiezioni dei maggiori network e media Usa che hanno assegnato al Gop il controllo della nuova Camera, dopo che il voto di midterm aveva confermato per i Democratici la maggioranza al Senato, in anticipo sul ballottaggio in programma in Georgia il 6 dicembre.
“La Storia ricorderà che è stata la speaker della Camera dei rappresentanti più significativa”, ha affermato il presidente Joe Biden, appena rientrato dal G20 di Bali, in un messaggio diffuso dopo la telefonata fatta a Pelosi, prima dell’annuncio del suo passo indietro. “Con grande fiducia nel nostro gruppo non mi candiderò per la rielezione alla leadership democratica”, ha detto la speaker uscente, prendendo la parola nell’aula della Camera, “dobbiamo muoverci con coraggio verso il futuro e aprirci a nuove possibilità, c’è una stagione per tutto”.
Nel suo discorso, Pelosi, prima donna alla guida di un gruppo parlamentare alla Camera (nel 20003) e prima donna speaker della storia Usa (nel 2007 e di nuovo nel 2019), ha consegnato agli stenografi dell’aula la sua ‘legacy’ politica. “Sono davanti a voi come speaker, moglie, madre, nonna, cattolica, fiera democratica e patriota”, ha detto, ricordando che “la democrazia americana è maestosa ma fragile” e “deve essere sempre difesa dalle forze che la possono danneggiare”.
Il riferimento evidente era all’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando il Congresso venne preso d’assalto dagli estremisti trumpiani, ma anche alla recente aggressione al marito Paul. A conferma di quanto sia stata significativa per i Dem la leadership di Pelosi e, allo stesso tempo, divisiva per i Repubblicani, i deputati Gop hanno disertato pressoché in massa l’annuncio dell’uscita di scena della speaker. Tra i pochissimi repubblicani presenti in aula Tim Burchett, Doug LaMalfa e Steve Scalise.
Quest’ultimo si è unito a una delle standing ovation dei Democratici per Pelosi, mentre Burchett e LaMalfa l’hanno abbracciata al termine del suo discorso. Assente il nuovo speaker in pectore, Kevin McCarthy. Pur facendo un passo indietro, tuttavia, Pelosi non lascerà la Camera. Rimarrà deputata di San Francisco, col ruolo di ‘madre nobile’ della nuova delegazione democratica che si insedierà a gennaio, forte della sua esperienza parlamentare e, soprattutto, della sua straordinaria efficacia nella raccolta di fondi elettorali, in vista delle presidenziali del 2024.
Si calcola che Pelosi, nella sua carriera, abbia raccolto oltre 1,2 miliardi di donazioni e finanziamenti per il partito. Alle sue spalle si affaccia ora una nuova generazione di leader democratici. Dopo la concomitante uscita di scena di Steny Hoyer, l’attuale numero 2 di Pelosi, tre sono i nomi da tenere d’occhio per la futura leadership. Quelli di Hakeem Jeffries, di Katherine Clark e di Pete Aguilar, che presto potrebbero annunciare le loro candidature.(LaPresse)