WASHINGTON – Dopo la condanna a 9 anni e mezzo di carcere decisa giovedì dal tribunale di Mosca per la star del basket Usa Brittney Griner, gli Stati Uniti intensificano le pressioni sulla Russia per lo scambio di prigionieri che dovrebbe portare anche al rilascio dell’ex marine Paul Whelan, anch’egli “illecitamente detenuto” e “tenuto in ostaggio”. La Casa Bianca ha nuovamente “esortato” pubblicamente la Russia ad accettare la “proposta sostanziale” avanzata nelle scorse settimane. Mosca ha risposto bacchettando Washington e, attraverso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto “no alla diplomazia del megafono”. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov lascia però aperto uno spiraglio. La Russia “è pronta a discutere con gli Stati Uniti lo scambio di prigionieri, ma solo nel quadro del canale precedentemente concordato dai presidenti dei due Paesi”, ha detto il capo della diplomazia di Mosca, rilanciando la ‘palla’ nel campo avversario. Nei giorni scorsi era stata proprio la Casa Bianca, attraverso il portavoce per la Sicurezza nazionale, John Kirby, a rivelare che di un possibile scambio di prigionieri, un anno fa, avevano già discusso tra loro Joe Biden e Vladimir Putin. Ma quelli erano altri tempi. Non c’era stata ancora l’invasione dell’Ucraina (e non c’era stato l’arresto di Griner) e non c’era stata la forte reazione americana e dell’Occidente. Tuttavia, il segretario di Stato Antony Blinken non si è fatto cogliere spiazzato dal rilancio russo. Gli Stati Uniti, ha detto, “perseguiranno” questa strada. Ci sarà quindi un contatto diretto tra i due presidenti, anche se è troppo presto per sapere in che modo e quando questo avverrà.
Certo è che le pressioni che la Casa Bianca subisce da parte dell’opinione pubblica americana per la liberazione di Griner e Whelan sono assai maggiori di quelle subite dal Cremlino per il prigioniero russo Viktor Bout, il trafficante d’armi che sta scontando una condanna a 25 anni di carcere negli Usa, possibile pedina di scambio per i due cittadini americani detenuti in Russia. Il tempo, in questo caso, gioca dalla parte di Mosca, che potrebbe per questo aumentare il prezzo della contropartita. Troverebbero quindi conferma le indiscrezioni riportate nei giorni scorsi dalla Cnn, secondo la quale il Cremlino avrebbe chiesto in cambio di Griner e Whelan anche la liberazione di Vadim Krasikov, ex colonnello dell’intelligence interna russa, che sta scontando l’ergastolo in Germania per l’uccisione nel 2019 a Berlino dell’ex combattente ceceno Zelimkhan Khangoshvili.
Washington avrebbe già contattato Berlino per valutare la disponibilità del governo tedesco al suo rilascio.
(LaPresse)