ROMA – Mattinata di terrore e sangue in California. Un uomo ha aperto il fuoco contro i fedeli della sinagoga di Chabad of Poway, cittadina nella contea di San Diego, negli Stati Uniti. Il bilancio è gravissimo: si registrano almeno un morto e quattro feriti, tra i quali il rabbino capo, ferito alla mano. Un giovane di 19 anni, che non ha ancora un’identità ufficiale, è stato arrestato poco dopo la sparatoria per essere interrogato in correlazione a quanto successo. I primi spari sono stati sentiti intorno alle 11.30 (le 20.30 italiane), durante la serie di celebrazioni della Pasqua ebraica. I feriti, che non sarebbero in pericolo di vita, sono stati trasportati subito al Palomar Medical Center Poway.
URLA E PIANTI. “È una festa molto importante per noi. C’era molta gente dentro, stavano pregando”, ha raccontato all’emittente NBC Minoo Anvari, un membro della congregazione della sinagoga. “Tutti hanno cominciato a piangere e urlando”. Anvari ha raccontato che il proprio marito era proprio dentro la sinagoga, quando il killer è entrato nell’edificio e ha iniziato a sparare al’impazzata imprecando. “L’attacco è un crimine odio”, ha detto a caldo il sindaco della città, Steve Vaus. “La polizia è intervenuta subito, ma noi ce la faremo a ripartire. Poway rimarrà forte e rimarremo sempre una comunità che a cuore tutti”. Già allestiti nella vicine scuole dei centri di sostegno, per far riprendere le persone dopo lo shock dell’attacco.
La sparatoria avviene sei mesi esatti dopo il terribile attentato alla sinagoga di Pittsburgh, in cui persero la vita 11 persone. Fu il suprematista bianco Robert Bowers ad aprire il fuoco: al momento il dramma in Pensylvania rimane l’attacco più sanguinoso alla comunità ebraica nella storia degli Stati Uniti.
Alessandro Banfo