Usano il cellulare in cella, 13 condannati

Documentate dagli investigatori in una settimana 94 chiamate non autorizzate

MARCIANISE – Nel migliore dei casi li usano per parlare con i familiari, nel peggiore per dare indicazioni ai propri sodali liberi sui traffici illegali. A cosa ci riferiamo? Ai telefonini clandestini che circolano nelle prigioni, adoperati senza autorizzazione dai detenuti. Colloqui, telefonate concordate con la direzione o eventuali permessi premio, che dovrebbero essere le uniche occasioni per chi è in carcere di comunicare con l’esterno, a quanto pare non bastano. E così ricorrono ad altri sistemi. Grazie alla circolazione nelle celle di micro-telefoni riescono comodamente a interloquire senza filtri. Gli agenti della polizia penitenziaria, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Pierpaolo Bruni, per contrastare questo meccanismo, stanno effettuando imponenti operazioni tese a ritrovarli e a sequestrarli. In una di queste attività è stato rinvenuto, nella casa circondariale ‘Francesco Uccella’, un cellulare L8Star. In relazione al suo utilizzo, avvenuto tra il 15 e il 21 gennaio 2022, con complessive 94 chiamate effettuate, sono state condannate in primo grado 13 persone. Il giudice Giovanni Caparco del Tribunale samamritano ha inflitto un anno e 8 mesi di reclusione a testa a Pasquale Merola, 48enne di Marcianise; Raffaele Crescenzo, 31enne di Napoli; Antonio Fittipaldi, 49enne di Melito; Luigi Roberto Sannino, 38enne di Pozzuoli; Vincenzo Cirillo, 50enne di Melito; Raffaele Golino, 33enne di Marcianise; Alfonso Russo, 34enne di Giugliano in Campania; Pasquale Attanasio, 29enne di Napoli; Pasquale Reale, 37enne di Napoli; Armando De Simone, 41enne di Marigliano; Marco Santamaria, 49enne di Casagiove; e Giovanni Stasi, 59enne di Castel Volturno. Pena leggermente più bassa per Roberto Delle Curti, 52enne di Capodrise. A comporre il collegio difensivo, gli avvocati Nello Sgambato, che assiste Delle Curti, Pasquale Daniele Delle Femmine, Nicola Musone, Ferdinando Letizia, Goffredo Grasso, Elena Buonocore, Davide Piccirillo, Giovanna Mai, Daniele Iorà, Ferdinando Romani, Marco Bernardo e Gerardo Parisi.
Le motivazioni del verdetto saranno rese note entro i prossimi due mesi.

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