Vaccini, 500mila in un giorno. Rezza: “Su seconda dose AstraZeneca non cambia nulla”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Gianni Rezza

ROMA – L’Italia taglia il traguardo delle 500mila vaccinazioni in un giorno. Il target fissato dal generale Francesco Paolo Figliuolo per la fine di aprile è centrato. Il dato preciso del 29 aprile è di 508.158mila somministrazioni. Una cifra record – spiegano dalla struttura commissariale – raggiunta tramite l’allineamento ottimale avvenuto tra gli approvvigionamenti degli ultimi giorni e le capacità di somministrazione sviluppate a livello regionale, grazie all’incremento dei punti vaccinali e all’ampliamento della platea dei vaccinatori. “E’ la dimostrazione che la macchina è efficiente”, dice Figliuolo.

Il prossimo step sarà il mantenimento di questo target per arrivare poi all’implementazione. Ma tutto è sempre più legato “alla puntualità e alla consistenza delle consegne di vaccini da parte delle aziende farmaceutiche”, il pensiero di Figliuolo. Fra queste c’è anche AstraZeneca. Il gruppo anglo-svedese ha fatto sapere di aver chiuso il primo trimestre del 2021 con ricavi totali in crescita del 15% a 7,32 miliardi di dollari. Una performance che, si legge ancora, “riflette prevalentemente l’impatto significativo dell’equa fornitura dei vaccini”.

Per il vaccino resta però il dubbio legato all’inoculazione della seconda dose a tutta quella platea di persone sotto i 60 anni, a partire dagli insegnanti e dalle forze dell’ordine, che aveva ricevuto la prima dose precendentemente all’indicazione dell’Ema di utilizzare il siero in via preferenziale per gli over 60 visti i rari casi di trombosi profonda venosa verificatisi. “Per ora non cambia nulla. Si è pronunciata l’Ema e non sono state prese decisioni diverse nelle ultime settimane. I rari eventi avversi si sono verificati con la prima dose; non c’è evidenza di pari eventi con la seconda dose”, dice a riguardo Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute.

E un appello alla vaccinazione arriva direttamente dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. “Facciamolo tutti altrimenti rischiamo di avere le armi ma di mancare il bersaglio che è il virus”, dichiara. Parole in piena sintonia con quelle del ministro della salute Roberto Speranza che loda “le donne e gli uomini del Servizio Sanitario Nazionale e tutte le istituzioni per il gran lavoro di squadra” definendo il vaccino “la vera strada per uscire da questi mesi così difficili”. Una “importante o costante” accelerazione nella campagna vaccinale sottolineata pure dal Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali. “Avanti così!”, il suo auspicio per guardare al futuro con ottimismo.(LaPresse)

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