ROMA – Estendere a 42 giorni i richiami con i vaccini di Pfizer e Moderna, completare l’immunizzazione con Vaxzevria a chi già ha già ricevuto la prima dose del siero di AstraZeneca senza aver riscontrato problemi. Sono queste le indicazioni del Comitato tecnico scientifico allegate a una circolare del Ministero della Salute. Il documento, firmato dal direttore generale della prevenzione Gianni Rezza, ha come oggetto proprio la “Trasmissione parere del Cts in merito alla estensione dell’intervallo tra le due dosi dei vaccini a mRna e alla seconda dose del vaccino Vaxzevria”.
Le direttive del Cts
Il Cts, si legge nell’estratto del verbale datato 30 aprile 2021, ritiene che – sulla scorta delle informazioni a oggi disponibili sull’insorgenza di trombosi verificate solo dopo la prima dose del vaccino di AstraZeneca – “i soggetti che hanno ricevuto la prima dose di questo vaccino senza sviluppare questa tipologia di eventi, non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino”. Questa posizione, aggiungono gli esperti, potrà essere eventualmente rivista qualora dovessero emergere evidenze diverse nelle prossime settimane. Derivanti in particolare dall’analisi del profilo di sicurezza del vaccino nei soggetti che nel Regno Unito hanno ricevuto la seconda dose.
I richiami di Pfizer e Moderna
Per quanto riguarda invece l’estensione del richiamo per i sieri di Pfizer e Moderna, il Cts rimarca che “rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, in ragione di connotazioni anagrafiche o per patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di Covid-19 marcatamente gravi o addirittura fatali”. Ecco quindi che, “pur a fronte di studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna (Pfizer e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose”.
La somministrazione della dose
Nell’indicazione fornita, il Cts aggiunge che la somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima “non inficia l’efficacia della risposta immunitaria”. Inoltre, in uno scenario in cui vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio, “si configurano condizioni in cui è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile”.
Consegnate altre dosi alle regioni
In prospettiva, poi, potrebbero scattare già a giugno le somministrazioni per gli under 16. A farlo intendere è Valentina Marino, direttore medico Pfizer Italia, spiegando che venerdì scorso la casa farmaceutica ha sottoposto a Ema i risultati degli studi sulla fascia 12-15 anni. “E ieri è iniziato l’esame di tutti i dati. Nel giro di 3-4 settimane avremo l’approvazione”. Il vaccino per i ragazzi, precisa, sarà come quello per gli adulti, con due dosi. Inoltre “a breve partirà uno studio per la fascia 5-11 anni”. Sul fronte della distribuzione intanto prosegue il lavoro della struttura del Commissario per l’emergenza Figliuolo. E’ iniziata oggi la consegna diretta alle Regioni di oltre 2,1 milioni di dosi Pfizer. Domani, inoltre, circa 360mila dosi di Moderna raggiungeranno l’hub nazionale della Difesa all’interno dell’aeroporto militare di Pratica di Mare. Per poi essere consegnate nei prossimi giorni alle strutture designate da Regioni e Province autonome.
(LaPresse/di Ronny Gasbarri)