WELLINGTON (Nuova Zelanda) – Il governo della Nuova Zelanda ha stabilito l’ambizioso obiettivo di vaccinare con due dosi il 90% delle cittadini over 12 per eliminare le sue chiusure. Il provvedimento riguarda la città metropolitana di Auckland, in lockdown da oltre due mesi, mentre altre parti del Paese otterranno libertà maggiori. Tutti dovranno utilizzare i nuovi certificati vaccinali per accedere a bar, ristoranti e palestre. Il governo ha inoltre promesso più denaro per aiutare le imprese, in perdita per le restrizioni, e per rafforzare la campagna vaccinale tra i Maori, con tassi finora minori. L’obiettivo è più alto di quello degli altri Stati, ma secondo la prima ministra Jacinda Arden, Auckland può raggiungerlo in poche settimane. Al momento, l’89% dei residenti della città hanno almeno una dose e il 79% due, più della media nazionale. Nonostante ciò, secondo le autorità sanitarie, è sempre più difficile convincere chi rimane a farsi somministrare il vaccino anti Covid-19. Arden non ha anticipato cosa accadrebbe se non si riuscisse a raggiungere l’obiettivo, sebbene abbia indicato che potrebbe esserci flessibilità nel caso ci si avvicini. Secondo la leader dell’opposizione Judith Collins, del Partito nazionale della Nuova Zelanda, però, per raggiungere tale percentuale potrebbero volerci mesi. Collins ha chiesto di riaprire il Paese entro massimo il 1 dicembre. Secondo la prima ministra, è stata l’emergenza dovuta alla variante ‘Delta’ ad aver forzato il governo a ripensare la sua precedente strategia di eliminazione del virus e a focalizzarsi sui vaccini. “Il mio messaggio ai neozelandesi che non hanno ancora ricevuto la prima dose è: se volete l’estate” (che comincia a dicembre), “se volete andare nei bar e nei ristoranti, vaccinatevi”, ha detto Arden, “se volete tagliarvi i capelli, vaccinatevi. Se volete andare a un concerto o a un festival, vaccinatevi”. I livelli di allerta del Paese, secondo la prima ministra, verranno convertiti in un sistema a semaforo per indicare se l’epidemia sta peggiorando o meno e se il sistema sanitario è sotto pressione. Con il verde, la maggior parte delle attività è in funzione e si vive quasi nella normalità, con l’arancione si richiederanno più mascherine e distanziamento, mentre il rosso limiterà gli assembramenti, perfino con i certificati vaccinali.
(LaPresse/AP)