ROMA – Dopo l’ok di Ema e Aifa dal ministero della Salute arriva la circolare che fa ripartire le somministrazioni del siero anti-Covid di AstraZeneca. “I benefici del vaccino superano abbondantemente i rischi”, assicura il direttore generale di Aifa, Nicola Magrini, durante la conferenza stampa al Ministero della Salute convocata per ribadire che il farmaco è sicuro anche se “ulteriori studi verranno condotti”. E per quanto riguarda i 25 casi di trombosi segnalati su 20 milioni di vaccinati, non è dimostrato “nessun nesso causale con il vaccino” che allo stato “non è associato ad aumento del rischio tromboembolico”.
Riprende la campagna vaccinale
Obiettivo del ministero è riprendere la campagna superando le paure di chi ora teme il siero anglo-svedese e preferirebbe sceglierne un altro. Si punta a una maggior attenzione nell’aspetto informativo. Ma deve essere chiaro che il siero non può essere scelto, sottolineano gli esperti, perché questo creerebbe caos e ulteriori ritardi. Chi non vorrà sottoporsi alla vaccinazione con AstraZeneca dovrà attendere una nuova chiamata. Che potrebbe arrivare solo dopo che il resto della popolazione avrà avuto l’opportunità di vaccinarsi.
Più informazione
Per rassicurare la platea dei vaccinandi si pensa a campagne di informazione specifiche. E, nel frattempo, si chiarisce che l’uso preventivo di antinfiammatori e anticoagulanti, come aspirina ed eparina, per chi si appresta a fare il vaccino, non è solo inutile ma può essere pericoloso. “In assenza di segni o sintomi suggestivi di alterazione della coagulazione dopo la vaccinazione – è il monito della Società italiana di farmacologia – evitare di ricorrere a terapie non raccomandate (anticoagulanti o antiaggreganti). E ricordare sempre che qualunque terapia va effettuata dopo consulto medico”.
La decisione della Francia
A complicare la situazione, la Francia cambia ancora prescrizioni e stabilisce che AstraZeneca venga usato solo nelle persone di età superiore ai 55 anni. L’esatto contrario di quanto inizialmente deciso per l’impiego in Italia. Pronto il commento del presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli che sottolinea come in Italia si sia valutato non sia necessaria alcuna ulteriore restrizione. Tutto è ripartito, dunque. Anche se restano i dubbi di troppi e il timore è che le paure mettano a rischio una campagna che, dopo quasi 3 mesi, ancora procede a singhiozzo.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)