MILANO – Una terza dose di vaccino è sempre più probabile “per le persone che assumono farmaci immunosoppressivi, per i trapiantati e per persone con patologie particolari (come malattie autoimmuni o patologie infiammatorie croniche) in cui la risposta al vaccino può essere ridotta”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I di Roma.
“Il vaccino non solo mette al riparo il singolo dalla malattia grave, ma riduce la circolazione del virus nella popolazione e, quindi, l’emergere delle varianti – afferma – Abbiamo visto come la variante Delta abbia complicato la situazione dal momento che si trasmette più velocemente e dà origine a cariche virali più alte”.
Un ruolo “fondamentale” contro le resistenze a vaccinarsi “dovrebbe averlo il medico di medicina generale. Occorre spiegare che i vaccini sono sicuri e rappresentano un grande risultato della ricerca scientifica. Le tecniche con cui sono prodotti sono studiate da anni, anche per sviluppare farmaci nel campo dell’oncologia”.
Se per l’autunno sarà vaccinato “almeno l’80-85 per cento della popolazione, possiamo pensare di ritornare a una quasi normalità”. E sui vaccini per i ragazzi, nella fascia 12-17, Le Foche afferma: “Spero che si possa partire anche dai sei anni. La vaccinazione è importante per portare i ragazzi a scuola in sicurezza”.
(LaPresse)