Vaccini, medici e sanitari contro obbligatorietà: ricorso al Tar

Aumentano i sottoscrittori del ricorso al Tar contro l'obbligo vaccinale. Sono infatti circa 500, tra medici e operatori sanitari, le persone che in Lombardia hanno siglato l'esposto presentato al Tar di Milano e di Brescia dall'avvocato ligure Daniele Granara. Tutti chiedono l'annullamento, previa sospensione, dell'obbligo vaccinale per il mondo sanitario.

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

MILANO – Aumentano i sottoscrittori del ricorso al Tar contro l’obbligo vaccinale. Sono infatti circa 500, tra medici e operatori sanitari, le persone che in Lombardia hanno siglato l’esposto presentato al Tar di Milano e di Brescia dall’avvocato ligure Daniele Granara. Tutti chiedono l’annullamento, previa sospensione, dell’obbligo vaccinale per il mondo sanitario. Il riferimento, come spiega lo stesso legale (che aveva già sollevato la questione a Genova un paio di mesi fa), è al decreto legge 44 che prevede, tra le altre cose, l’obbligo di somministrazione del vaccino anti-Covid per gli operatori sanitari. Una norma che, per i 500 ricorrenti, è “lesiva del diritto inviolabile di libertà di scelta, di prevenzione e di cura”, come si legge nell’esposto anticipato dal Giornale di Brescia.

I 500 sono di Milano, Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona e sono tutti “esercenti professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario, che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali”. Si tratta dei luoghi più ‘sensibili’ al contagio, frequentati anche dai soggetti ritenuti fragili, motivo per cui le autorità e la comunità scientifica hanno ritenuto doveroso imporre l’obbligatorietà del siero contro il coronavirus. Ma, obiettano i 500, “l’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea a prevedere l’obbligatorietà per determinate categorie di soggetti della vaccinazione per la prevenzione della Sars-CoV-2”. Per il legale Granara, non si tratta di una battaglia no vax, “di democrazia”: “qui si obbliga una persona a correre un rischio altrimenti gli viene impedito di svolgere la professione”, spiega. Il ricorso è stato presentato il 22 giugno contro le Ats di Bergamo, Brescia, Val Padana e Montagna. Una prima risposta arriverà il 14 luglio, quando ci sarà l’udienza del Tar di Brescia.

“Irrecuperabili. Perché non cambiano lavoro? Sarebbe meglio per tutti”, li ha definiti il virologo Roberto Burioni che anzi torna a ribadire la necessità di vaccinarsi soprattutto di fronte al diffondersi della variante delta. “Se come pare la variante delta ha un R0 tra 8 e 10 bisogna che la politica prenda seriamente e velocemente in considerazione l’obbligo vaccinale per tutti o si rischia grosso. Il virus non è più quello che abbiamo conosciuto, è diventato molto più pericoloso”, scrive su Twitter.

LaPresse

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