Vaccini, obbligo più vicino. L’incognita resta la scuola

I pediatri ai genitori: senza collaborazione diventa impossibile

NAPOLI – C’è un numero che toglie il sonno alle istituzioni, a cominciare dalla Regione Campania. L’80 per cento di vaccinazioni, fondamentale per garantire la ripresa in sicurezza delle scuole e limitare il pericolo di una nuova ondata di contagi. A confermare la necessità di intervenire con determinazione è il senatore di Leu, Francesco Laforgia: “Per assicurare il rientro a scuola in presenza bisogna prevedere ogni misura possibile, compreso l’obbligo vaccinale.

Negli ultimi due anni scolastici migliaia di studenti, con la dad, hanno pagato un prezzo altissimo. Ministero della Salute e dell’Istruzione facciano di tutto perché la Scuola riapra in presenza e senza interruzioni”. Messaggio chiaro, che il governo condivide. Ma in Regione le risposte ancora da dare sono molte. Sul piede di guerra ci sono, tra gli altri, i pediatri di famiglia: “Parlare di medici che lavorano in smart working è una banalizzazione pericolosa, che rischia di esacerbare gli animi a scapito del benessere dei bambini. Il modello “me contro te” va bene per le clip sui social, ma non certo quando si parla di salute, un tema che dovrebbe vedere genitori e medici dallo stesso lato della barricata”.

A stigmatizzare l’attacco mosso dal Movimento Italiano Genitori (Moige) sono il vice presidente nazionale FIMP Antonio D’Avino e la segretaria regionale Giannamaria Vallefuoco. “I circa 7.000 pediatri di famiglia italiani hanno da sempre l’obiettivo di tutelare il diritto alla salute dei minori e la stragrande maggioranza di loro ha continuato a lavorare incessantemente presso i propri studi nel corso di tutta la pandemia. Si sono usati consulti a distanza solo in alcuni casi selezionati e in specifiche condizioni cliniche. La volontà dei pediatri è di proseguire nell’assistenza dei bambini italiani in presenza, come durante quest’anno e mezzo, ma è importante farlo in sicurezza.

Il Ministero della Salute ha indicato con precisione quali sono i sintomi più comuni di Covid e ha specificato che il tampone rino-faringeo è il solo test diagnostico che consente di escludere o confermare l’infezione. Nella lotta alla pandemia i genitori dei piccoli pazienti hanno un ruolo cruciale, solo accettando un patto di corresponsabilità si faranno gli interessi dei minori”. Ci sono polemiche, c’è confusione e c’è quell’80% che non viene raggiunto. E lo Sceriffo Vincenzo De Luca sembra aver perso il distintivo. Ieri è stato avvistato alla stazione centrale di Napoli, circondato dalla scorta, mentre a due passi da lui i pendolari si assembravano. Non ha mosso un dito. E chi lo ha notato non ha nascosto il disappunto. C’è meno mordente nella lotta al Covid. E si rischia di pagarne il prezzo.

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