ROMA – “La peggior cyber-offensiva di sempre”, “un atto criminale e terroristico” del quale non si conosce ancora la matrice ma “potente e invasivo”, tanto da bloccare il sistema di prenotazioni dei vaccini anti-Covid nel Lazio. Sono parole dure quelle che il presidente Nicola Zingaretti pronuncia nella conferenza stampa convocata in Via Cristoforo Colombo per fare il punto sull’attacco hacker di ieri, e non nascondono la preoccupazione legata a una “situazione grave” ancora tutt’altro che risolta.
Chi è riuscito dall’estero ad entrare nel sistema informatico regionale, lo ha fatto usando password che mai avrebbero dovuto essere accessibili e ha di fatto bloccato il cuore del Centro di elaborazione dati e del centro di prenotazione vaccini.
I dati della sanità regionale, così come quelli finanziari, non sono stati colpiti e sono in corso una serie di attività tecniche per salvare dagli hacker il resto, ma il sistema resta fuori uso. Il riavvio potrebbe spalancare le porte della banca dati regionale agli aggressori, perché il virus non è ancora attivo e nuovi tentativi di incursione, non andati a segno, si sono verificati nelle ultime ore.
Tutto fermo dunque, in attesa che le indagini in corso aiutino a trovare una soluzione.
Zingaretti smentisce che sia stata formalizzata una richiesta di riscatto e in ogni caso assicura: “Non tratteremo con chi ci ha attaccato”.
Restano attivi i sistemi informatici di 112 e 118, che non hanno mai interrotto il loro pieno funzionamento, così come la sala operativa della protezione civile e il centro trasfusionale. Nessuna ripercussione su ricoveri e interventi, spiega l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, “ma una difficoltà seria sulle prenotazioni attraverso cup e recup”.
Sul fronte green pass, il lavoro di trasmissione dati dall’anagrafe regionale a quella nazionale avviene per via manuale: “Siamo in contatto con il commissario Figliuolo – chiarisce Zingaretti -. La struttura commissariale sta lavorando al nostro fianco per garantire il rilascio del certificato che continua ad essere regolarmente erogato. Il servizio prosegue senza blocchi anche se con qualche ora di ritardo”.
Intanto le indagini vanno avanti su più fronti: da una parte quelle della polizia postale per fermare gli hacker, dall’altra quelle tecniche per risolvere quanto prima il blocco delle prenotazioni. E sulla vicenda si attiva anche il garante della privacy che fa sapere di seguire “con particolare attenzione” le conseguenze del data breach.
Di Alessandra Lemme