Vaccini, si dell’Aifa alla vaccinazione mista per gli under 60

Ma in Italia manca una linearità di comportamenti con le Regioni che agiscono in maniera del tutto autonoma

ROMA – L’Aifa approva la vaccinazione mista per gli under-60. La nota è riferita a quanti è già stata somministrata la prima dose di AstraZeneca a cui andrà aggiunta quella di Pfizer o Moderna. Ma in Italia manca una linearità di comportamenti con le Regioni che agiscono in maniera del tutto autonoma: c’è chi si attiene alle disposizioni e chi, invece, si oppone al mix di vaccini. Inoltre alcune Regioni hanno temporaneamente sospeso i richiami con i farmaci a mRna in attesa di ulteriori rassicurazioni. Ma c’è anche chi ha lasciato il totale libero arbitrio ai cittadini anche al disotto dei 60anni previsti nonostante ci sia in merito l’ordinanza del Ministero della Salute.

Ema: “C’è disinformazione”

Situazione di assoluta anarchia, dunque, confermata anche dall’Ema l’Agenzia europea per i medicinali che a sua volta ha sottolineato come “il vaccino Astrazeneca resta autorizzato per tutta la popolazione” dopo una intervista poi smentita del capo della task force sui vaccini della stessa Agenzia, Marco Cavaleri. Totale caos causato anche dalla poca chiarezza da parte degli esperti che invece dovrebbero viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda. In questo caso l’Ema parla in maniera chiara di “disinformazione” e di scarsa chiarezza il messaggio da mandare agli italiani. L’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco “ha ritenuto, a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o, per analogia, con il vaccino Moderna)”

Speranza: sì al crossing vaccinale

Il ministro della Salute Roberto Speranza sottolinea in risposta come “le indicazioni siano perentorie e debbano essere seguite in quanto non si tratta di “un dibattito politico, non è un presidente del consiglio, un ministro o un presidente di regione che decide – ha detto – la comunità scientifica internazionale ha dato indicazioni su Astrazeneca che sono cambiate sulla base delle evidenze scientifiche e noi dobbiamo seguirle”. Speranza ha poi aggiunto: “Il cosiddetto ‘crossing vaccinale’ è una cosa che la Germania fa da due mesi, che anche la Francia e la Spagna fanno da tempo: è una procedura che ha dato buoni risultati, non sono invenzioni, ma evidenze e studi scientifici. Avere due terzi del Paese in zona bianca – ha continuato il Ministro – è il frutto delle misure rigorose adottate e della campagna vaccinale che procede con numeri molto buoni. Ma è necessario continuare sulla strada della prudenza e della gradualità, su questo punto c’è un’ampia condivisione anche tra i cittadini”.

Rasi: bene il mix

Al ministro Speranza fa eco Guido Rasi, ex direttore di Ema e ora consulente del commissario straordinario, generale Francesco Figliuolo: “Cambiare il vaccino per la seconda dose non è pericoloso, anzi probabilmente è vantaggioso – ha sottolineato – .Perché è verosimile che il sistema immunitario risponda meglio a stimoli più ampi, diversificati”.

Regioni in ordine sparso

Nonostante tutto le Regioni continuano ad andare per conto proprio. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca ha dichiarato di essere in possesso di “una nota tecnica contenente i dubbi sulla vaccinazione eterologa” ribadendo il suo no in quanto “non ha avuto sul piano internazionale una sperimentazione ampia”. Per quanto concerne la Puglia, il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha dichiarato di seguire le indicazioni del governo anche se “chi volesse fare la seconda dose con AstraZeneca avrà questa possibilità, fermo restando che l’atto della vaccinazione è l’atto del singolo medico che valuterà caso per caso”. La Lombardia è invece in stand-by: “Servono più dosi di di Pfizer e Moderna – ha dichiarato il governatore Attilio Fontana – appena sapremo cosa ci risponde il governo, sia sulla fornitura di eventuali dosi aggiuntive sia sulla conferma delle modalità, noi potremo stabilire una data”. L’’Emilia Romagna richiede altre scorte per continuare i richiami ad oltre 40mila cittadini mentre il Lazio “riporta il richiamo di Pfizer e Moderna da 35 a 21 giorni”. La Liguria invece, sembra adeguarsi: il presidente Giovanni Toti ha ribadito che “anche quando si è utilizzato AstraZeneca sotto i 60 anni ci si è attenuti alle indicazioni del Cts”, così come Toscana e Piemonte. Luca Zaia, dal Veneto dichiara che “applicheremo pedissequamente quello che viene prescritto”. E sul vaccino in autunno sottolinea che “se non sarà una terza dose sarà un nuovo vaccino – dice – ma ritengo sia impensabile che non ci sia un nuovo richiamo, poi magari mi sbaglierò”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome