MILANO – Sfonda quota 700 la conta dei casi di vaiolo delle scimmie in Italia. Sono 714, secondo quanto riporta il bollettino del ministero della Salute. Nel giorno della morte a Cuba del carabiniere Germano Mancini di Venezia, prima vittima italiana da ‘monkey pox’, le autorità sanitarie di Roma informano su come rispetto all’ultima rilevazione i casi confermati in Italia siano aumentati di 25 mentre dei 714 contagi complessivi ben 194 sono collegati a viaggi all’estero. L’età mediana è di 37 anni e 704 riguardano uomini, 10 sono donne. Quasi la metà dei casi si concentrano in Lombardia dove i casi accertati sono 308 contro i 128 del Lazio, segue l’Emilia Romagna a 73, 48 in Veneto, 36 in Toscana, 31 in Campania, 26 in Piemonte, 2 in Abruzzo, 11 in Friuli Venezia Giulia, 16 in Liguria, 5 nelle Marche, 16 in Puglia, 4 in Sardegna, 5 in Sicilia, 1 a Bolzano, 4 a Trento. Nessun caso in Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. Spaventa l’infezione virale della stessa famiglia del vaiolo associata ai viaggi in Africa occidentale e che in genere si manifesta con una malattia simil-influenzale e gonfiore dei linfonodi, seguita da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. Spaventa ma “non devono allarmare la popolazione”, afferma Francesco Vaia, Direttore Generale dell’Istituto Spallanzani di Roma dove lo scorso 19 maggio è stato isolato il primo contagio nella penisola. “Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo due tre settimane”. Il Dg dello Spallanzani ha spiegato come a fronte di 42mila casi notificati in paesi non endemici, quindi al di fuori dell’Africa centrale e occidentale, i decessi siano stati solo 5, pari a una letalità di 1,2 su 10 mila. Da inizio agosto le regioni italiane hanno cominciato ad attrezzarsi con le prime dosi di vaccino da inoculare: in Veneto e Friuli è partita la campagna vaccinale così come 2mila dosi di vaccino sono arrivate in Lombardia ed esaurite nei primi giorni. Tanto da far chiedere ufficialmente all’assessore al Welfare, Letizia Moratti, una seconda fornitura per smaltire eventuali liste d’attesa. All’estero le autorità del Regno Unito hanno parlato di epidemia in fase di rallentamento mentre l’Organizzazione mondiale della sanità ha espresso ripetutamente preoccupazione per l’accesso iniquo ai vaccini. “Lo abbiamo visto durante la pandemia da Covid-19 e si ripeterà” con “i più poveri che continueranno a rimanere indietro”, ha detto Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. Sin dall’inizio dell’epidemia l’Oms ha però anche segnalato come le popolazioni siano diventate nei decenni più suscettibili al vaiolo delle scimmie da cui in genere si guarisce in poche settimane e il virus non si diffonde facilmente tra gli umani. Tra le ragioni dietro questa sensibilità anche l’interruzione della vaccinazione di routine contro il vaiolo, che in passato offriva una protezione incrociata. Il vaccino di prima generazione a base ha dimostrato di essere efficace all’85% nella prevenzione del vaiolo delle scimmie in passato. In Italia la vaccinazione contro il vaiolo è stata abolita nel 1981.
di Francesco Floris