Il Partito Democratico ambisce ad essere perno della coalizione che sostiene Gaetano Manfredi a sindaco di Napoli proponendosi di fare da collante a forze politiche spesso in disaccordo tra loro come Iv e M5S. Il prossimo 4 settembre si presenteranno le liste e inizierà l’ultima fase della campagna elettorale con l’obiettivo di vincere contro il candidato di Lega, Fi e Fdi Catello Maresca. In barba a quanto sostenuto da diversi esponenti di centrodestra, per la senatrice dem Valeria Valente, non c’è ballottaggio che tenga, la vittoria è a portata di mano.
Onorevole, Amministrative sempre più vicine, qualche difficoltà per tutti i partiti a trovare la quadra e comporre le liste, transfughi in tutte le coalizioni, qual è la situazione in casa Pd?
La fotografia è quella di un quadro in continua evoluzione con forze politiche che due anni fa rappresentavano un mondo e ora ne rappresentano un altro e con forze politiche nuove. Siamo in un periodo storico mutevole e mutante. Si respira molto entusiasmo, è forte la voglia di mettere in campo una nuova classe dirigente. Un entusiasmo dovuto anche al fatto che dopo tanti anni vediamo il risultato a portata di mano. Siamo all’interno di una coalizione ampia che può vincere con un candidato sindaco favorito in questa occasione, e lo dico facendo tutti gli spergiuri. Poi qualche disfunzione è normale quando si costruiscono le liste per i Comuni al voto e per le Municipalità.
Con Manfredi anche Italia Viva, che su scala nazionale non risparmia critiche al Pd e al M5S. Ad oggi crede che come alleati possano essere più affidabili e affini i grillini o i renziani?
Intanto darei pari dignità e rispetto agli alleati. Ma credo che il Pd faccia bene a dare priorità alla sua politica programmatica. Come prima forza politica e perno della coalizione deve guidarla con autorevolezza. Ma anche con umiltà di chi sa che deve recuperare consensi elettori e la fiducia dei cittadini. Di chi sa di dover fare le migliori scelte di responsabilità per essere il collante di una coalizione molto ampia che è anche forza e ricchezza di Manfredi. Oggi è così, Il Pd su scala nazionale si attesta attorno al 19-20%. Ciò significa che non siamo autosufficienti e questo ci dà la consapevolezza che c’è bisogno di stare tutti insieme per vincere. Mi auguro che affidabili lo siano tutti per un’alternativa al disastro di questi anni, rispettando le dovute distanze e differenze.
Nel centrodestra sembra esserci la convinzione che, superato lo scoglio del primo turno, al ballottaggio possa vincere Maresca. Le sembra plausibile che gli altri candidati al secondo turno appoggino il magistrato?
Faccio fatica a credere che Bassolino e la Clemente possano fare una scelta del genere visto che si sono sempre richiamati ai valori della sinistra e considerato, per esempio, che Bassolino viene dalla nostra storia ed è stato tra i fondatori del Pd. Massimo rispetto per lui e per la Clemente che potranno scegliere in libertà, ma credo che il loro campo e dei loro elettori sia di centrosinistra. Gli elettori li spingeranno a stare in questo campo. La stragrande maggioranza bacini elettorali è nel campo dei valori sinistra. E’ vero che ci stiamo abituando a tutto, ma questa sarebbe una tripla capriola.
Il governatore De Luca continua a parlare di terzo mandato, qual è la sua posizione in merito?
Credo che De Luca sia un ottimo governatore, che sta facendo bene. Spesso non ne condivido toni e accenti, ma è chiaro che la questione si risolverà seguendo le norme, sarà il consiglio regionale a decidere. Nel massimo rispetto di quella che sarà la loro scelta autonoma, credo che i limiti dei mandati non siano stati posti dai legislatori per capriccio, ma con una ratio ben precisa. Oggi anche io, come il presidente, non vedo un candidato alternativo forte, ma spero che possa esserci in futuro con una nuova classe dirigente. Che siano due o tre mandati, l’importante è che esistano dei limiti che sono anche a difesa della qualità della democrazia per evitare derive di potere.
Lei è commissario del Pd a Pisa, a qualche chilometro di distanza, Siena, si discute di suppletive e tiene banco la polemica legata alla mancata presentazione del simbolo di partito nonostante la candidatura di Enrico Letta che è il vostro segretario nazionale…
E’ una polemica pretestuosa e assurda, Letta si presenta per la coalizione di centrosinistra e ciò significa che così come non si potevano mettere i simboli di tutti i partiti che lo sostengono, non si poteva mettere neanche quello del Pd. E’ una questione di umiltà, Letta è stato rispettoso degli altri e questo gli va riconosciuto. Se fosse stato un candidato al proporzionale avrebbe avuto senso, ma così no. Credo che quello del segretario sia un bel gesto e che la polemica sia pretestuosa. Ho trovato il tweet della Meloni sopra le righe. Ho sempre avuto il massimo rispetto per lei come collega, ma oggi la sua è stata una caduta di stile.