VENEZIA – Venezia, sequestrato un capannone adibito a discarica abusiva. Proseguono incessantemente le attività volte a prevenire il fenomeno degli incendi di rifiuti. Attraverso la ricerca e il sequestro di capannoni adibiti a discarica abusiva nel territorio. Esercitate tramite lo sforzo congiunto dei Carabinieri del Noe di Venezia e le varie componenti dell’Arma territoriale.
Grazie a una segnalazione pervenuta dalla Compagnia carabinieri di Castelmassa (Rovigo) è stato individuato, in Fiesso Umbertiano, un capannone già in uso a un’azienda. Operante nel campo della produzione di pannelli per frigoriferi e ora in fallimento, e quindi un capannone in disuso, abbandonato. Decisiva è, nella circostanza, la tempestività dell’azione dei militari della locale stazione. Che, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni di privati cittadini insospettiti dal continuo transitare di mezzi nei pressi del capannone, interessavano immediatamente i Carabinieri del Noe di Venezia. Affinché venissero effettuati mirati controlli nell’area interessata dal particolare fenomeno.
Venezia, stoccati 5mila metri cubi di rifiuti
Si decideva di controllare il capannone industriale. Al cui interno erano stoccate illecitamente circa 5mila metri cubi di rifiuti. In prevalenza di natura plastica e residui tessili, ammassati fino a lambire il soffitto della struttura stessa. Le modalità dello stoccaggio, la saturazione quasi completa degli spazi, la difficoltà ad accedere all’interno, l’impianto elettrico a contatto con i rifiuti e la carenza dei presidi antincendio, allarmavano i militari che procedevano al sequestro dell’area di circa 3000 mq.
Il ritrovamento di questo capannone, come di altri nel Nord Italia, rientra in una strategia preventiva e repressiva elaborata dal Comando carabinieri per la tutela ambientale che vede coinvolti in prima linea i Nuclei operativi ecologici, ed è la manifestazione di un fenomeno in cui imprenditori senza scrupoli ricorrono a modalità di smaltimento dei rifiuti plastici attraverso canali illeciti o solo apparentemente regolari sia per tagliare i costi di tale attività massimizzandone i profitti, sia per far fronte alle mutate condizioni internazionali nel commercio dei rifiuti che vede un mercato sostanzialmente saturo. Sono già in corso mirate indagini per individuare le responsabilità e la provenienza oltre che la caratterizzazione dei rifiuti rinvenuti.
(LaPresse)