MILANO – Tensione a Roma sulla leadership venezuelana, mentre la crisi politica di Caracas non accenna a disinnescarsi. “L’Italia non riconosce Guaido. Siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un’altra nazione”, ha detto il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano (M5S), in un’intervista a Tg2000, rifiutando il riconoscimento del leader dell’opposizione Juan Guaido come presidente ad interim. “Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni unite”, ha aggiunto Di Stefano su Guaido, che si è autoproclamato presidente il 23 gennaio.
Il caso Maduro spacca il governo giallo-verde
Di segno diverso la posizione di Guglielmo Picchi, sottosegretario agli Esteri della Lega, intervenuto su Twitter: “Maduro? Convochi nuove elezioni autorizzando osservatori indipendenti, magari mandando l’Osce” a “operare fuori teatro. La Lega considera la presidenza Maduro terminata”.
Il Parlamento europeo riconosce Guaido presidente ad interim
La frattura interna al governo italiano arriva ore dopo che il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione a favore del riconoscimento di Guaido, invitando Bruxelles e gli Stati membri a fare lo stesso. Lo avevano già fatto gli Stati Uniti e vari Paesi dell’America latina. Mentre altre nazioni tra cui Francia, Regno Unito, Germania e Spagna hanno dato un ultimatum al presidente Nicolas Maduro, la cui rielezione considerano illegittima: se entro il fine settimana non avrà indetto nuove elezioni, riconosceranno l’oppositore.
Il voto all’Eurocamera
All’Eurocamera, malumori sono derivati dalle posizioni assunte nel voto, cui ha dato voce il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. “Ho appena annunciato a Juan Guaido che il Parlamento Ue lo riconosce come presidente ad interim del Venezuela. Spiace che Movimento 5 Stelle Europa, Lega e molti del Pd si siano astenuti, senza schierarsi contro la dittatura di Nicolas Maduro”.
Dall’Ue, l’Alta rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, ha annunciato poi la creazione di un gruppo di contatto internazionale di Paesi europei (anche l’Italia) e latinoamericani. Il gruppo, ha dichiarato citata da Afp, punterà a “costruire fiducia e creare le condizioni necessarie a un processo credibile”he “consenta al Venezuela di determinare il proprio futuro attraverso nuove elezioni”.
Guaido rassicura l’Europa: il Venezuela non rischia una guerra civile
Nel frattempo Guaido, oltre a elogiare la posizione dell’Eurocamera, ha dichiarato a El Pais: “In Venezuela non c’è rischio di una guerra civile, come qualcuno ha voluto vedere o fare vedere”. Perché “il 90% della popolazione vuole un cambiamento”. Ma, ha aggiunto, “c’è rischio di violenza” da parte del governo di Maduro “tramite le forze speciali di polizia Faes e i paramilitari”.
L’oppositore ha anche denunciato “intimidazioni” alla sua famiglia da parte delle Faes, che sarebbero andate a cercare sua moglie a casa. L’Organizzazione degli Stati americani (Oas) ha condannato le “intimidazioni” da parte “delle forze repressive dell’illegittima dittatura” di Caracas.
(LaPresse)