Venezuela, Maduro destituisce Guaidò. Nel Paese arrivano i militari russi

Gli ospedali sono in ginocchio per i continui blackout

CARACAS – Presenza di militari russi nel Paese e revoca della carica di presidente del parlamento a Juan Guaidò: l’atmosfera si fa incandescente in Venezuela. Un momento buio per la nazione sudamericana, letteralmente. Gli ospedali sono in ginocchio per i continui blackout e nonostante le attività lavorative siano riprese, le scuole restano chiuse. Nicola Maduro ha revocato la carica all’autoproclamatosi presidente ad interim, in tal modo legittimandone il riconoscimento degli stati occidentali. Ad annunciarlo Elvis Amoroso, controllore generale del Venezuela.

L’attacco di Maduro: revoca della carica al ‘presidente’. Guaidò: “Un miserabile”

Destituzione dalla carica di presidente del Parlamento e 15 anni di ineleggibilità alle cariche pubbliche: è così che Maduro intende sbarazzarsi di Guaidò. “Si deve essere molto miserabili per chiamare in causa non so da dove un personaggio designato da un’istituzione che non esiste” è la replica al vetriolo di Guaidò. La mossa potrebbe però ritorcesi contro di lui. Se da un lato rimuove ‘legittimamente’ il suo principale avversario, dall’altro ne legittima la carica assunta ‘ad interim’. “Non possiamo restare passivi” sono le parole di Guaidò, che annuncia per il 6 aprile le prove per la marcia Operacion Libertad. Il Venezuela rimane così in una fase di stallo, vittima dei continui malfunzionamenti della rete elettrica e dello scontro politico irrisolto.

I soldati del Cremlino in Venezuela, Perez: “Non verranno usati in alcun azione”

A peggiorare la situazione la presenza, accreditata, di militari russi nel Paese. Il clima già rovente viene esacerbato dalla presenza dell’esercito del Cremlino, che gli Stati Uniti non vedono certo di buon occhio. “Il governo venezuelano non ha intenzione di utilizzare i militari russi in nessuna azione” ha Jose Torralba Perez, attaché militare in visita a Mosca. “La presenza dei soldati è dovuta a discussioni sulla cooperazione tecnico-militare” ha voluto rassicurare. Cosa che però non spiega l’ingente dispiegamento di forze da parte del Cremlino.

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