MILANO – Sfida di piazza a Caracas e in tutto il Venezuela tra sostenitori di Nicolas Maduro e l’autoproclamatosi presidente ad interim Juan Guaido. In un’occasione simbolica come il 20esimo anniversario della rivoluzione bolivariana di Hugo Chavez, diventato presidente il 2 febbraio del 1999.
Maduro ringrazia l’Italia per la solidarietà
Maduro è riapparso in pubblico all’aperto per la prima volta dopo sei mesi da un presunto attacco con droni il 4 agosto scorso. E si è detto aperto al dialogo e disponibile a “elezioni libere”. Poi ha ringraziato i “tanti Paesi” che gli hanno dimostrato solidarietà, tra i quali “Roma”.
L’Italia smentisce il presidente venezuelano
L’Italia però nega qualunque appoggio: “Lascia subito. Nessuna solidarietà da Roma. Non ti riconosciamo come presidente”, scrive il sottosegretario agli Esteri italiano Guglielmo Picchi su Twitter.
Niente presidenziali, Maduro chiede il voto per una nuova assemblea nazionale
Maduro non vuole elezioni presidenziali, come chiesto da parte della comunità internazionale. Ma chiede il voto “per una nuova Assemblea nazionale”, presieduta proprio dal suo oppositore Guaido. Una provocazione alla scadenza dell’ultimatum lanciato da Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo e Paesi bassi perché convocasse un nuovo voto presidenziale. Dato che le ultime consultazioni di maggio sono contestate dalla maggior parte dei Paesi occidentali, o riconosceranno Juan Guaido come presidente.
L’accusa agli Usa di Trump
Condizione respinta da Maduro, che accusa gli Stati Uniti di orchestrare un colpo di Stato della destra e conta sul sostegno di Russia, Corea del Nord, Turchia, Cuba e Cina. Anche se a quest’ultima ha teso una mano anche Guaido, assicurando di voler onorare gli accordi raggiunti con Pechino.
“Non vogliamo un nuovo Vietnam”, ha detto di fronte a migliaia di sostenitori il leader socialista, “siamo guerrieri della pace”. Nell’altra piazza di Caracas, anche in questo caso gremita, Guaido ha annunciato invece che l’opposizione inizierà a raccogliere aiuti umanitari. E ha esortato le forze armate a farli entrare nel Paese devastato dalla crisi. Tre i luoghi: Cucuta in Colombia, una zona non specificata del Brasile e un’isola caraibica.
L’analisi del presidente Mattarella sul ‘caso’ venezuelano
Ma, soprattutto, il capo dell’opposizione venezuelana ha invitato i manifestanti a “continuare la loro mobilitazione in strada”. E ha chiesto “due importanti eventi”, uno per la Giornata della gioventù in Venezuela il 12 febbraio e l’altro per l’arrivo degli aiuti umanitari, per cui però non ha specificato la data. Protagonista sul palco anche la comunità italo-venezuelana, che ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “per esprimere il nostro stupore per la posizione assunta dal governo”. “Siamo qui per dire al governo italiano che gli italiani che vivono in Venezuela hanno detto basta alla dittatura”.
L’appoggio a Guaido, presidente ad interim
“Il popolo italiano sta con noi, il popolo italiano sta con l’Assemblea nazionale, il popolo italiano sta con Juan Guaido”, le parole di Angelo Palmieri, avvocato venezuelano di origini italiane. Un colpo a Maduro è arrivato anche dall’esercito, tradizionalmente suo bacino di consenso.
Il generale dell’Aviazione bolivariana Francisco Esteban Yanez Rodríguez ha riconosciuto come presidente Guaido. “Il 90% delle forze armate non supporta il dittatore ma il popolo venezuelano”, afferma in un video dove appare in uniforme da un luogo non specificato spiegando che Maduro ha due aerei sempre pronti a partire. “Un traditore”, secondo l’esercito, “che si inginocchia davanti alle pretese imperialiste”.
(LaPresse/di Silvia Caprioglio)