Venezuela, scontri al confine con il Brasile: 2 morti. Guaidò accusa Maduro: distrugge gli aiuti umanitari

Il socialista ha inviato l’esercito venezuelano per pattugliare i confini con il Brasile e con Cuba.

Protesters clash with the security forces in a demonstration against the government of Nicolas Maduro, in San Antonio del Tachira, Venezuela on February 23, 2019. - Venezuela's opposition leader Juan Gauido announced Saturday that a first shipment of humanitarian aid had entered Venezuela through its border with Brazil, deying a blockade by President Nicolas Maduro. (Photo by Federico Parra / AFP)

L’accusa a Nicola Maduro è pesante. A formularla è il suo avversario politico, Juan Guaidò: “Continuiamo a ricevere sostegno dalla comunità internazionale, che ha potuto vedere con i suoi stessi occhi come il regime usurpatore – ha scritto il politico su twitter – violi il protocollo di Ginevra, dove si dice chiaramente che distruggere gli aiuti umanitari è un crimine contro l’umanità”.

Il socialista ha inviato l’esercito venezuelano per pattugliare i confini con il Brasile e con Cuba. Se alcuni esponenti della Guardia nazionale hanno disertato, voltando le spalle a Maduro (clicca qui), la maggior parte dell’esercito è ancora schierata contro Guaidò.

Le frontiere continuano ad essere zone di scontro tra cittadini, che vogliono far entrare gli aiuti umanitari, e i militari ‘comandati’ da Maduro che evitano l’ingresso di viveri.

Almeno due persone, tra cui un ragazzo di 14 anni, sono state uccise sabato proprio al confine tra Venezuela e Brasile, dove l’esercito venezuelano sta bloccando convogli di aiuti. A riferirlo è stata  un’organizzazione per i diritti umani.

“Le due morti sono il risultato della repressione dell’esercito durante gli scontri a Santa Elena de Uairén, entrambi uccisi a colpi d’arma da fuoco, uno di loro in testa”, ha detto Olnar Ortiz, un attivista della ONG Foro Penal, contraria al governo di Caracas.

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