BRUXELLES – Al vertice europeo l’Italia si è trovata di fronte ad un muro franco-tedesco, compatto nel voler imporre un pacchetto ‘prendere o lasciare’ e un metodo – quello degli spitzenkandidaten – su cui non c’era unanimità, secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
La linea del premier Conte al Consiglio europeo
Per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la trattativa è diventata una questione di principio e di metodo, di rispetto non solo del ruolo dell’Italia, ma del ruolo stesso del Consiglio europeo, perché “l’Europa è a 28 e non a due”.
L’opposizione all’elezione di Timmermans
Su questa posizione Conte è riuscito a portare anche gli altri Paesi, che già erano contrari al nome di Frans Timmermans, costruendo una rete e creando un fronte più ampio di 11 Paesi.
No all’asse franco-tedesco
Quando si è composta questa alleanza di 11 Stati, l’asse franco-tedesco ha iniziato a sgretolarsi, dopo 18 lunghe ore di trattative. Nel corso dei lavori oggi – proseguono le stesse fonti – Conte ha rivolto un appello a Germania e Francia, invitandoli a non soffiare sul fuoco dell’antieuropeismo, facendosi di fatto capofila della battaglia contro l’esautoramento del Consiglio europeo.
(LaPresse)