
WASHINGTON – La diplomazia internazionale si concentra questa settimana sull’Ucraina e sulla Russia, nel tentativo di trovare una via d’uscita a una guerra che dura da tre anni e mezzo e continua a destabilizzare l’Europa e il mondo. Domani si terrà una “riunione virtuale” convocata dalla Germania che vedrà la partecipazione di Donald Trump, dei leader dei principali paesi europei, dell’Ucraina, nonché dei rappresentanti di Nato e Unione Europea. Il vertice digitale precede di due giorni l’incontro faccia a faccia tra il presidente americano Trump e Vladimir Putin, fissato per venerdì in Alaska, considerato potenzialmente decisivo per la fine del conflitto. A rivelarlo è stato il portavoce del cancelliere te- desco Friedrich Merz, Stefan Kornelius, che ha spiegato come le discussioni si articoleranno in diversi gruppi tematici, con focus sulla “preparazione di possibili negoziati di pace”, sulla gestione delle “rivendicazioni territoriali e delle garanzie di sicurezza”, nonché sulle “azioni supplementari” per “esercitare pressione sulla Russia”.
Alla conferenza virtuale delle 14 parteciperanno, oltre a Trump, Merz e Putin, anche i leader di Francia, Regno Unito, Italia, Polonia e
Finlandia, insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy e ai vertici di Ue e Nato. L’obiettivo è definire una strategia unitaria
per spingere Mosca a porre fine all’aggressione. Zelenskiy ha intanto riferito di aver parlato con il principe ereditario saudita Mohammed
bin Salman, ringraziandolo per la “disponibilità a impegnarsi per la pace”. “La comunicazione con i leader è praticamente continua, siamo in costante contatto”, ha scritto su X, sottolineando come “ora sia il momento in cui c’è una reale possibilità di raggiungere la pace”. Il presidente Trump ha ribadito il suo impegno a parlare con Putin venerdì, in un incontro che, secondo lui, potrebbe concretizzare un accordo
di pace: Durante una conferenza stampa alla Casa Bianca dedicata all’emergenza criminalità a Washington, Trump ha fatto un passo sorprendente – o forse un lapsus clamoroso – “restituendo” l’Alaska alla Russia, sottolineando di dover “andare in Russia venerdì”. L’Alaska,
ricordiamo, è territorio statunitense dal 1867, quando fu acquistata dall’Impero russo, ma il presidente ha dichiarato: “E’ imbarazzante per me dover parlare di questo… Devo andare in Russia venerdì”.
Nel suo discorso ha anche affermato che “parlerò con Putin e gli dirò di mettere fine alla guerra”, sottolineando la sua attesa di un dialogo “costruttivo”. Il summit di domani agosto rappresenta un tentativo di coesione tra Europa, Stati Uniti e Ucraina per mettere sul tavolo condizioni condivise in vista del colloquio Trump-Putin, atteso con grande attenzione internazionale. Tra la crisi ambientale, le questioni di sicurezza, le rivendicazioni territoriali e le pressioni diplomatiche, il percorso verso una tregua appare però ancora irto di ostacoli. Resta da vedere se il vertice di venerdì in Alaska potrà segnare una svolta definitiva oppure confermare la fragilità degli equilibri globali e la complessità del conflitto ucraino.