ROMA – La Via della Seta servirà a potenziare il nostro export verso un mercato enorme, quello della Repubblica popolare cinese. Le imprese italiane, per di più, potranno realizzare importanti investimenti infrastrutturali. Il premier Giuseppe Conte difende quel memorandum che firmerà, assieme al presidente Xi Jinping, nel fine settimana a Roma. L’approccio dell’Italia verso l’iniziativa di Pechino è “tra i più lungimiranti ed efficaci che siano mai stati applicati in ambito europeo”, sottolinea Conte.
Accordo Italia-Cina, le rassicurazioni di Conte
Intervenendo prima alla Camera e poi al Senato, il presidente del Consiglio ribadisce che la firma non cambierà la collocazione euro-atlantica dell’Italia e non produrrà alcun vincolo giuridico. Anche perché non è un trattato internazionale, ma un accordo quadro all’interno del quale le singole aziende decideranno i settori su cui puntare. L’esecutivo, da parte sua, porterà avanti “un attento monitoraggio” di questi accordi. Per proteggere “le infrastrutture strategiche, anche nel digitale, al fine di prevenire il trasferimento di tecnologie in settori sensibili”.
Focus su Cina e Brexit al Consiglio europeo
Di Cina si parlerà nel Consiglio europeo di questa settimana, il cui piatto forte sarà Brexit. Giovedì sera i leader europei si vedranno per una cena di lavoro sui rapporti con Pechino in vista del vertice Ue-Cina che si terrà il 9 aprile. In quell’occasione, Conte ripeterà che l’accordo è in linea con le regole comunitarie, e che l’obiettivo è commerciale, per riequilibrare la bilancia commerciale. Finora troppo sbilanciata a favore dei prodotti Made in China che acquistiamo. Il Governo continuerà a lavorare su questo dossier direttamente a Pechino: il premier parteciperà al Forum ‘One Belt One Road’ il 26 e 27 aprile.
Brexit, l’obiettivo è garantire un recesso ordinato
A Roma, deputati e senatori ascoltano le parole di Conte sui rapporti tra Italia e la Repubblica popolare, ma anche tra Londra e Bruxelles. Su questo argomento, il premier spiega che, dopo le votazioni al Parlamento di Londra, i 27 capi di Stato e di Governo riuniti per il consiglio europeo di Bruxelles saranno chiamati a discutere della possibile proroga della data di uscita del Regno Unito dall’Ue. “Non si tratterà di una proroga in bianco – sottolinea il premier – ma di un differimento funzionale all’obiettivo di garantire un recesso ordinato”. Tale differimento, per Conte, deve essere breve, perché “se concedi una prospettiva temporale lunga vuol dire differire i problemi, che si presenteranno di nuovo”.
No deal, il piano B del governo italiano
Insomma, è probabile che il Consiglio europeo allunghi Brexit di qualche settimana, se non di qualche mese. Ma, anche nello sciagurato caso in cui la situazione precipitasse verso un No Deal, il Governo ha già pronto uno schema di decreto per intervenire con tempestività e proteggere gli interessi di cittadini e aziende italiane. Nel testo, di 22 articoli, c’è anche la proroga sulle garanzie per la cartolarizzazione delle sofferenze (le cosiddette Gacs). Il ministero dell’Economia sarebbe autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività emesse nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione e potrebbe, con proprio decreto, prorogare il periodo per altri 12 mesi, previa approvazione da parte della Commissione europea.
(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)