Ridurre le emissioni inquinanti per alleggerire gli effetti del Covid-19. Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) ha realizzato il primo rapporto del team di ricerca Covid-19 dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) sui fattori meteorologici e di qualità dell’aria che influenzano la pandemia di Coronavirus. Emerge che le dinamiche di trasmissione di Covid-19 nel 2020 e all’inizio del 2021 sembrano essere state influenzate principalmente da interventi del governo come mandati di maschere e restrizioni di viaggio piuttosto che da fattori meteorologici. Altri fattori determinanti includono i cambiamenti nel comportamento umano e la demografia delle popolazioni colpite e, più recentemente, le mutazioni del virus. Il rapporto esamina il ruolo potenziale della stagionalità. Le infezioni virali respiratorie mostrano spesso una qualche forma di stagionalità, in particolare il picco autunno-inverno per l’influenza e i coronavirus che causano il freddo nei climi temperati. Ciò ha alimentato le aspettative che, se persiste per molti anni, il Covid si rivelerà una malattia fortemente stagionale.
Perché monitorare la qualità dell’aria
Cams monitora quotidianamente la qualità dell’aria in Europa e nel mondo utilizzando osservazioni satellitari e terrestri. Nel contesto della crisi mondiale vi è un crescente interesse per il cambiamento della qualità dell’aria. I motivi sono diversi. La qualità dell’aria, essendo in parte determinata dalle emissioni di inquinanti dalle attività umane (e in parte dai cambiamenti meteorologici), è un indicatore del livello di queste attività. In situazioni di blocco prolungato l’aspettativa è che i livelli medi di inquinamento atmosferico diminuiscano. L’altra ragione è il fatto che il Covid è una malattia respiratoria infettiva e la qualità dell’aria (compresi i pollini) influisce sulla salute respiratoria. Pertanto, le informazioni sulla qualità dell’aria sono particolarmente importanti durante questo periodo.
L’inquinamento favorisce la diffusione del virus?
Allo stato attuale non è dimostrato che l’inquinamento atmosferico possa svolgere un ruolo sulla diffusione del virus. Tuttavia l’inquinamento atmosferico, compresi i pollini, possono influire sulla salute cardiopolmonare e sulle risposte immunitarie. Al momento non è chiaro se vi siano fattori di co-mortalità o co-morbilità tra l’inquinamento atmosferico e lo sviluppo e la gravità del Covid-19 nei pazienti. Ma la ricerca sul tema è attiva e si sta sviluppando in base ai risultati della comunità medica. “Anche se attualmente ci sono poche prove sull’impatto della qualità dell’aria sulla trasmissione del virus all’aperto – osserva Vincent-Henri Peuch, direttore di Cams e membro della squadra sul Covid-19 dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo). – sappiamo che l’esposizione all’inquinamento atmosferico da polveri sottili e gas come l’ozono, il biossido di azoto e il biossido di zolfo, può generalmente aggravare i sintomi respiratori delle infezioni virali e sembra che questo sia anche il caso di Sars-CoV-2 e di Covid-19”.