CERCOLA – Una scena familiare che nascondeva un potenziale di morte e distruzione. Un’auto che viaggia di notte, una coppia con i propri figli seduti sui sedili posteriori. Potrebbe essere l’inizio di una storia qualunque, se non fosse che quell’abitacolo era, a tutti gli effetti, una bomba a orologeria pronta a esplodere. È quanto hanno scoperto nel cuore della notte tra mercoledì e giovedì i Carabinieri della tenenza di Cercola, che hanno arrestato una coppia di genitori con l’accusa di detenzione di materiale esplodente.
Tutto ha inizio durante un ordinario posto di controllo, uno dei tanti disposti dal Comando Provinciale di Napoli per garantire la sicurezza sul territorio, specialmente con l’avvicinarsi delle festività natalizie. I militari intimano l’alt a una vettura. A bordo, un uomo alla guida, Domenico Paone, e al suo fianco la compagna, Giuseppina Borriello. Dietro, assicurati ai loro seggiolini, i due figli della coppia, un maschietto di appena 10 anni e una sorellina di soli 2. Un quadretto apparentemente innocuo, che però non ha convinto i Carabinieri, forse insospettiti da un certo nervosismo dei due adulti.
È bastato un controllo più approfondito per trasformare un fermo di routine in un arresto da prima pagina. Nascosta nell’auto, ma saltata quasi subito all’occhio dei militari, c’era una confezione che conteneva un vero e proprio arsenale. Ventinove ordigni artigianali, di quelli tristemente noti alla cronaca con i nomi di “Cobra” e “Cipolle”. Non si trattava di semplici petardi, ma di bombe potentissime, con un contenuto complessivo di oltre due chili e mezzo di polvere pirica attiva. Un quantitativo enorme, il cui potenziale devastante è difficile persino da immaginare. Una buca, un tamponamento, una scintilla accidentale: qualunque imprevisto avrebbe potuto innescare una deflagrazione catastrofica, capace non solo di disintegrare la vettura, ma di uccidere sul colpo tutti i suoi occupanti, compresi i due bambini innocenti.
Il nome “Cobra” risuona sinistro, evocando immediatamente la tragedia di Ercolano, dove un ordigno simile causò morte e distruzione, un fatto di cronaca il cui iter giudiziario è ancora oggi al centro di accese udienze. È il simbolo di un mercato illegale che non conosce sosta e che, con l’approssimarsi del Capodanno, vive il suo momento di massima attività.
Per Domenico Paone e Giuseppina Borriello, entrambi già noti alle forze dell’ordine per precedenti specifici, sono scattate immediatamente le manette. L’incredibile incoscienza dimostrata, trasportando un carico così letale a pochi centimetri dai propri figli, ha lasciato senza parole gli stessi investigatori. Dopo le formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli, le loro strade si sono divise. Per Paone si sono aperte le porte del carcere di Poggioreale, mentre la donna è stata sottoposta al regime degli arresti domiciliari, probabilmente per consentirle di accudire i figli, ora affidati ai servizi sociali in attesa di una sistemazione più sicura. L’operazione conferma l’allarme mai sopito sui “botti” di Capodanno e la determinazione delle forze dell’ordine nel contrastare un fenomeno criminale che mette a repentaglio, come in questo caso, persino la vita dei più piccoli e indifesi.




















