Vibo Valentia, operazione ‘Cannabis farm’: 7 arresti, sequestrate piante per 20 milioni di euro

L'operazione della guardia di finanza in territorio calabrese

VIBO VALENTIA (LaPresse) – I militari della guardia di finanza di Vibo Valentia hanno scoperto una vastissima piantagione di marijuana, della qualità conosciuta come ‘skunk’. La scoperta è stata effettuata ieri sera nel corso dell’operazione ‘Cannabis farm’.

A Vibo Valentia l’operazione ‘Cannabis farm’.

La coltivazione, effettuata in 20 serre e distribuita su un terreno di oltre un ettaro, interessava infatti 89.624 piante di varie altezza. Le Fiamme gialle hanno sorpreso sette persone intente a coltivare parte delle innumerevoli piante. Tra cui due italiani di 43 e 34 anni, un 24enne del Mali e un suo coetaneo originario della Guinea. Inoltre un 32enne, un 33enne e un 35enne originari della Costa d’Avorio sono stati arrestati e portati in carcere a Vibo Valentia. Oltre alle serre già in coltura, è stata anche trovata un’area estesa già predisposta per l’impianto di altre 3.200 piante.

Quella scoperta dalla Gdf di Vibo Valentia è apparsa sin da subito una vera e propria azienda agricola. Era infatti munita di ogni elemento produttivo necessario per la coltivazione e la successiva distribuzione dello stupefacente. A esempio teli, mezzi, utensili, un capillare e un ingegnoso sistema di irrigazione automatico. E con allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica.

Un’operazione da circa 20 milioni di euro.

In prossimità della piantagione, i militari hanno scoperto anche una casa colonica che era adibita sia allo stoccaggio e all’essiccazione della marijuana sia ad alloggio per gli addetti ai lavori illeciti.
I finanzieri vibonesi, in esecuzione delle disposizione della pm Benedetta Callea, hanno poi arrestato sette persone in loco e sequestrato l’intera piantagione. Un ingente quantitativo di stupefacente già essiccato e tutta l’attrezzatura scovata durante le perquisizioni. L’autorità giudiziaria ha disposto, inoltre, dopo la campionatura, l’estirpazione e l’immediata distruzione delle piante di canapa indiana. Le coltivazioni in questione, a fioritura completa, avrebbero infatti prodotto circa otto tonnellate di marijuana. Lo stupefacente, una volta essiccato e immesso sul mercato, avrebbe fruttato un profitto, sul mercato illegale, pari ad almeno 20 milioni di euro.

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