ROMA – Tagli in arrivo per gli stipendi dei parlamentari: lo ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio, in diretta social con Alessandro Di Battista, in completo da sci. Il ministro del Lavoro ha dichiarato che ”nel 2018 abbiamo combattuto una classe di privilegiati che ci sta combattendo anche in questi giorni perché stiamo bloccando le pensioni d’oro, stiamo bloccando un sacco di cose… che vi avevamo promesso avremmo tagliato”. I due hanno aggiunto ancora: “Vi ringraziamo tutti perché ci siete stati vicino e senza di voi non saremmo andati da nessuna parte. Abbiamo ancora tante cose da fare, siamo solo alla fine dell’inizio. Ieri sera vi abbiamo promesso che vi regaleremo una bella legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari della Repubblica”.
Polverini (Fi): Grillo ormai ridotto a ologramma
Reazioni critiche dall’opposizione. Renata Polverini di Forza Italia nota che “i 5 stelle fanno quattro espulsioni e un accantonamento. Grillo è il vero emarginato di questa fine d’anno. E’ ridotto ad ologramma. E nei prossimi mesi dovrà gestire il distacco di Di Battista che la Casaleggio ha voluto gettare fra le braccia governative di Di Maio. Sicuri che non ci saranno scissioni pentastellate?”.
Portas (Pd): i moderati alzino la voce
Da parte sua, il leader dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd, chiede che “ora i moderati, di tutti gli schieramenti politici, alzino la voce, contro il veleno sparso nelle ultime ore dai liderini dei Cinque Stelle. Di Maio e Di Battista, se non li blocchiamo finiremo come l’Argentina”.
Soverini (Misto): finito l’idillio fra Di Battista e Grillo
A notare l’oscuramento di Grillo anche Serse Soverini. esponente di Area civica gruppo Misto. “Quest’anno il discorso di Grillo non ha avuto l’enfasi mediatica degli scorsi anni. Sarà per via di qualche dissapore con la Casaleggio? E adesso che Di Battista fa comunicati congiunti con Di Maio ed è proiettato nel futuro politico governativo o delle Europee, e’ finito l’idillio con Grillo? Stanno pensando di togliere anche la regola dei due giri in Parlamento, forse temono di non reggere. C’è un dato di fatto oggettivo: la democrazia non può essere governata da una Srl che si serve di una piattaforma per sperimentare l’orientamento del consenso di massa che prescinda da forme di confronto democratico vere e non artate. E’ la fine dell’inizio dicono oggi dal M5S. Noi speriamo sia la fine del Bluff e che i cittadini si rendano conto che votare M5S significa buttare voti”.
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