Video hot con la figlia del boss, scatta la punizione: fermati 3 dopo notte di piombo ai Quartieri Spagnoli

960
Salvatore Percich, Anna Nesa ed Umberto Catanzaro

NAPOLI – Ai Quartieri Spagnoli, un mese fa, la prova di come spesso la camorra s’intreccia con questioni personali. La notte tra il 14 e il 15 settembre avvennero due fatti di sangue di matrice malavitosa, anche se la criminalità organizzata entrò nella vicenda – conclusasi con 5 arresti e due feriti, di cui uno ancora in gravi condizioni – solo in maniera marginale. In pratica, secondo quanto è stato ricostruito dai carabinieri, Salvatore Percich, boss 46enne legato ai Mazzarella, ordinò e programmò in prima per sona l’agguato nei confronti di I. C., 17enne, colpevole di aver mostrato ad amici video che lo ritraevano in intimità con la figlia 16enne con cui il minorenne avrebbe avuto una relazione, nonostante fosse fidanzato con un’altra ragazza.

Dalle indagini condotte dai militari dell’Arma, a partecipare materialmente al raid furono Salvatore Percich, il figlio S. J., gemello della ragazzina e un altro uomo non ancora identificato. L’agguato avvenne in via Conte di Mola, dove i tre raggiunsero, in sella a un motociclo che risultò rubato, la Smart in cui viaggiavano il 17enne e un amico, Umberto Catanzaro, 22enne estraneo a dinamiche camorristiche e all’intera vicenda. Sempre secondo l’informativa dei carabinieri, a esplodere due colpi di arma da fuoco all’indirizzo del 17enne e di Umberto Catanzaro sarebbe stato il figlio del boss. Al raid, da quanto è emerso durante le indagini dei militari dell’Arma, presero parte anche Anna
Nesa, 21enne, e due 17enni, L. L., legato sentimentalmente alla donna ed E. Z.

La 21enne è accusata di aver fornito al commando supporto logistico, visto che nelle sue disponibilità c’erano le chiavi di un B&B di via Monteroduni, all’interno del quale i due minorenni avrebbero avuto la possibilità di cambiarsi d’abito dopo l’agguato. Nel corso del raid venne ferito soltanto Umberto Catanzaro, mentre I. C., il vero obiettivo dei sicari, venne colpito di striscio e scampò al raid. Sempre secondo quanto emerso durante le indagini, il 17enne si sarebbe vendicato in prima persona, raggiungendo l’abitazione di Anna Nesa ed esplodendo colpi di arma da fuoco all’indirizzo di L. L. – uomo di fiducia di Salvatore Percich, per il quale non è stata decisa alcuna misura cautelare – ferendolo alle gambe, per dimostrare al boss di non essere stato intimidito da quanto successe. I. C. venne arrestato per tentato omicidio qualche giorno dopo la notte di follia ai quartieri Spagnoli. Un mese dopo, invece, sono stati sottoposti a fermo Salvatore Percich, suo figlio S. J., Anna Nesa ed E. Z.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome