VILLA LITERNO – A bruciare stavolta non sono stati i cumuli di rifiuti disseminati nelle campagne di Terra di Lavoro. Le fiamme hanno devastato un’intera azienda situata in via San Sossio, di proprietà di Carlo Antonio Falcone (parente dell’omonimo assessore comunale). Circa 350 rotoballe di fieno, attrezzi e diversi mezzi agricoli sono stati distrutti dal rogo divampato nella notte tra ieri e giovedì, poco dopo l’una. L’incendio ha interessato un capannone di circa 320 metri quadrati. Notato il fuoco e il fumo che per diverse ore ha reso irrespirabile l’aria della zona, alcuni liternesi hanno contattato i caschi rossi.
E la centrale del 115 prontamente ha inviato sul posto i vigili del distaccamento di Aversa e di Caserta con due autobotti. Le operazioni per sedare le fiamme sono durate tutto il giorno. E’ stato necessario uno spegnimento ‘a ciclo continuo’. Ed anche questa mattina una nuova squadra di vigili è tornata sul posto per completare le operazioni di messa in sicurezza.
Sul caso indagano i carabinieri della stazione di Villa Literno supportati dai militari dell’Arma della Compagnia di Casal di Principe. Per stabilire se si sia trattato di un incendio doloso o colposo bisognerà attendere la relazione dei caschi rossi. Al momento gli investigatori non escludono alcuna possibilità. Tutte le piste vanno battute, analizzate.
La recente storia giudiziaria, purtroppo, ha già svelato che spesso dietro ad episodi del genere verificatisi nell’Agro aversano si celano richieste estorsive disattese, istanze presentate da malviventi agli imprenditori che decidono di non piegare la testa e si ritrovano, così, con la proprietà in fiamme. Dire ora se il rogo di via San Sossio rientri o meno in questa casistica è impossibile. Serve percorrere un passo alla volta, non tralasciando il contesto e i possibili protagonisti della vicenda. E il primo da compiere è sapere se i caschi rossi hanno individuato un innesco che avrebbe dato il via all’incendio. In quel caso gli investigatori si troverebbero di fronte ad una o più persona che hanno voluto bruciare la struttura. E allora servirà comprendere il perché.