Si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Onu per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che continua a rappresentare una vera e propria emergenza globale e nazionale. La violenza di genere, infatti, purtroppo, non accenna a diminuire. In Italia, i dati sono drammatici. Secondo il report annuale del Viminale, nel 2023 sono stati registrati 89 femminicidi. I dati rivelano che il 64 per cento delle vittime è stata uccisa in ambito familiare o relazionale, un segnale inquietante di come le violenze, spesso, avvengano tra le mura domestiche, da parte di partner o ex partner.
Nel 2024, sono stati registrati altri 99 femminicidi, e tra questi spiccano i tragici episodi in Campania, dove nel 2023 sono state uccise ben 9 donne; 4 solo nei primi mesi del 2024. Nelle province di Napoli e Caserta si sono registrati numerosi casi di violenza estrema, come quello della giovane donna uccisa a Castelvolturno dal suo compagno, un uomo con precedenti di violenza domestica, o quello a Salerno, dove una madre di due figli è stata aggredita e lasciata in fin di vita dall’ex marito, nonostante avesse già sporto denuncia per stalking. L’omicidio di Anna Scala a Piano di Sorrento, uccisa dal suo ex compagno lo scorso anno, è un altro episodio che ha scosso l’opinione pubblica e che testimonia la tragica realtà della violenza contro le donne in Italia.
Questi numeri non sono che la punta dell’iceberg di un fenomeno radicato nella nostra società e che continua a mietere vittime ogni giorno. Nonostante l’intensificazione degli interventi e delle iniziative di sensibilizzazione, il problema rimane vasto e complesso. Le giovani generazioni, pur condannando la violenza in generale, a volte la giustificano o la confondono con la gelosia, con la malattia psichiatrica o con l’utilizzo di droga, un dato che evidenzia una carenza di educazione rispetto a una tematica tanto delicata. Le iniziative per contrastare la violenza di genere si moltiplicano, ma le associazioni denunciano la persistente carenza di risorse per i centri antiviolenza e per i programmi di protezione delle vittime. In Campania, purtroppo, i numeri parlano chiaro: la violenza domestica e il fenomeno dello stalking continuano ad essere tra le problematiche più gravi, con una crescente richiesta di aiuto da parte delle donne.
Tuttavia, il potenziamento delle “case rifugio” e l’attivazione di numeri verdi regionali sono passi importanti verso una maggiore protezione delle vittime. Negli ultimi 11 mesi, tra Napoli e provincia 432 arresti e 2230 denunce in stato di libertà, questo il bilancio del Comando Provinciale di Napoli. Nel Casertano, invece, sono 68 gli episodi di violenza contro le donne in 12 mesi. In meno di un anno (dal primo gennaio al 21 novembre), nel territorio della provincia di Napoli, sono state arrestate 432 persone (387 in flagranza di reato o in esecuzione di una misura dell’autorità giudiziaria, 45 in flagranza differita). Una media di 1,3 persone al giorno. Il dato sui denunciati in stato di libertà raggiunge i 2230: quasi 7 persone al giorno. Numeri in controtendenza per le denunce presentate. Complici le campagne di sensibilizzazione sul fenomeno, si rileva un incremento, sintomo di una maggiore fiducia nei confronti delle forze dell’ordine.
Ruolo fondamentale nelle azioni di contrasto e prevenzione le quattro “stanze tutte per sé” (Ercolano, Napoli Capodimonte, Caivano, Napoli Stella), inaugurate grazie al supporto dell’associazione Soroptimist. La “stanze” sono concepite come rifugi rassicuranti, dove le donne possono condividere le proprie esperienze in un ambiente confortevole discreto e riservato. Sarà, invece, inaugurata oggi una stanza rosa, realizzata con il patrocinio della Fidapa Bpw Italy. Sorgerà nella sede della compagnia carabinieri di Ischia e anche in questo caso offrirà riservatezza a chi intende raccontare e denunciare le proprie vicende. Non solo statistiche ma storie diverse, che riempiono le cronache di ogni giorno. Il caso più recente nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio.
Un 50enne è stato arrestato per maltrattamenti e lesioni aggravate. I carabinieri lo hanno bloccato dopo che aveva colpito ripetutamente la compagna con una cintura di cuoio. E poi pugni, calci, insulti e minacce. Il 50enne è finito in manette ed è ora in carcere, in attesa di giudizio. La vittima è stata portata al Cardarelli per le contusioni. Cronaca recente anche al Vomero, dove un 49enne dovrà rispondere della violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e atti persecutori. Nonostante la misura ha continuato a pedinare l’ex, presentandosi davanti la scuola frequentata dal figlio e sul suo luogo di lavoro. Persecuzioni anche via mail, con decine di messaggi indesiderati. L’uomo è stato arrestato in flagranza differita, secondo le indicazioni della normativa recentemente introdotta.