MILANO – Sale in Cina il numero dei morti causati dal nuovo coronavirus, così come quello dei contagi in tutto il mondo, mentre vari Paesi hanno iniziato a rimpatriare i propri cittadini dalla regione di Wuhan, epicentro dell’epidemia e messa in isolamento, sottoponendoli a test medici e quarantena. Intanto, gli esperti dell’Organizzazione mondiale per la sanità hanno dichiarato l’epidemia “emergenza globale”, definendola come “evento straordinario”, che costituisce un rischio anche per altre nazioni e richiede una risposta internazionale coordinata.
Il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus ha elogiato la Cina per lo sforzo nel contenere l’epidemia, ma ha anche espresso preoccupazione per i contagi nel mondo. Sono 170 i morti sinora, mentre i contagi confermati ufficialmente sono saliti a 7.736, di cui 82 fuori dalla Cina in 18 Paesi, secondo l’Oms. Il nuovo virus ha infettato in Cina più persone di quante si ammalarono nell’epidemia di Sars nel 2002-2003, quando i morti furono 800.
Mosca ha annunciato la chiusura dei 4.200 chilometri di confine con la Cina, così come hanno fatto Mongolia e Corea del Nord. Nessun contagio sinora in Russia, che mantiene i collegamenti aerei, mentre Usa e Corea del Sud hanno confermato il primo contagio da persona a persona. Lo statunitense è un 60enne sposato con una donna di Chicago che si era ammalata dopo essere tornata da Wuhan, città cinese epicentro dell’epidemia. Il sudcoreano è un 56enne che era stato in contatto con una persona infetta.
Contagi persona-persona anche in Germania, Giappone, Canada e Vietnam
La scorsa settimana gli esperti avevano ritenuto fosse troppo presto per pronunciarsi. Prosegue l’evacuazione degli stranieri, nel frattempo. Un secondo volo giapponese è atterrato a Tokyo con 201 persone a bordo, tra cui 9 con tosse e febbre. Tre dei casi confermati nel Paese sono stati registrati tra le persone riportate in patria il giorno prima.
Un volo è anche partito dal Portogallo per recuperare 350 europei, mentre gli Usa hanno annunciato che altri aerei partiranno all’inizio della prossima settimana dopo aver evacuato mercoledì 195 statunitensi da Wuhan: sono trattenuti in una base militare in California meridionale, sotto stretto controllo. Anche Italia, Corea del Sud, Regno Unito, Australia e altri Paesi stanno lavorando per rimpatriare i loro cittadini. Numerose compagnie aeree hanno intanto interrotto o limitato i collegamenti con la Cina, tra cui l’israeliana El Al, la spagnola Iberia, Egypt air, e la lista cresce.
Pechino ha esteso le festività per il capodanno lunare sino a domenica, per tentare di tenere le persone a casa, ma l’ondata di ritorni potrebbe causare ulteriore diffusione del virus. Il ministero dei Trasporti ha sottolineato che rigorosi controlli sulla temperatura e “misure severe” sono imposti ai viaggiatori, mentre l’isolamento di varie città tra cui Wuhan e la sospensione parziale dei trasporti resterà in vigore. “È molto impegnativo, ma siamo fiduciosi di poter esercitare un controllo efficace”, ha detto. L’Oms ha stimato in via preliminare il tasso di mortalità attuale del nuovo virus al 2%, mentre il 99% dei casi è in Cina. Il tasso di morte della Sars era del 10% dei contagiati. (LaPresse/AP)