LONDRA – Si fa seria la lotta di Boris Johnson contro il coronavirus. Il premier finisce in ospedale per il protrarsi della tosse e della febbre alta per combattere la battaglia più dura della sua vita.
La scoperta
Solo dieci giorni fa Johnson aveva scoperto di aver contratto il Covid-19 che lui stesso aveva definito in maniera forse troppo superficiale “lieve”. E ieri si è registrato un aggravamento delle sue condizioni di salute proprio nel giorno in cui la regina Elisabetta, oramai 94enne parla in tv al popolo britannico. Il premier aveva preso alla leggera la pandemia e sperava, in cuor suo, di non dover agire con restrizioni sulla popolazione così come fatto dal suo collega italiano Giuseppe Conte. E invece si trovato a lottare contro un avversario più grande e più forte di lui e del suo Paese. Per cui da una decina di giorni si era impegnato a predicare la necessità di un severo ‘lockdown’ cosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Ora l’Inghilterra è piegata dalla pandemia con l’infelice record 621 decessi in sole 24 ore.
Le rassicurazioni
“Su consiglio del suo medico, il primo ministro è entrato stasera in ospedale per sottoporsi a esami – ha spiegato una portavoce di Downing Street – Si tratta di una misura precauzionale poiché egli continua ad avere sintomi persistenti da coronavirus 10 giorni dopo essere stato testato positivo”. Il premier “ringrazia il personale dell’Nhs (il servizio sanitario nazionale) per l’incredibile duro lavoro che sta svolgendo e sollecita la popolazione a continuare a seguire la raccomandazione del governo di stare in casa per proteggere l’Nhs e salvare vite umane”. Solo poche ore prima il titolare della Sanità, Matt Hancocka sua volta reduce da un contagio da Covid-19 aveva spiegato che Johnson “avesse ancora febbre e tosse” anche se “in buono spirito e saldamente al timone” del governo inglese”. Poi la situazione sembra essere peggiorata con il ricovero necessario del premier presso un ospedale londinese
La regina ai britannici
E così la regina scende in campo, per la quarta volta davanti alle tv nei suoi 68 anni di regno. Aveva parlato solo altre tre volte: in occasione del primo conflitto in Iraq, dei funerali di lady Diana e l’ultimo per la scomparsa di sua madre ultracentenaria nel 2002. “Vi parlo in un tempo che so essere di crescente difficoltà – ha detto – Un tempo di sconvolgimento nella vita del nostro Paese che ha portato dolore ad alcuni, problemi economici a molti ed enormi cambiamenti nella vita quotidiana di tutti noi. Insieme stiamo affrontando l’emergenza, se restiamo uniti e risoluti vinceremo noi”. Nel suo discorso di quattro minuti la regina Elisabetta ha voluto dire grazie a “chi resta a casa” aiutando così a “proteggere le persone fragili e a risparmiare a molte famiglie il dolore già sofferto da quelli che hanno perso i loro cari. Spero che nei prossimi anni tutti potranno essere orgogliosi di come hanno risposto a questa sfida. E coloro che verranno dopo di noi diranno che i britannici di questa generazione sono stati più forti di qualsiasi altro, che le qualità dell’autodisciplina, della cortese determinazione e della comprensione reciproca ancora caratterizzano questo Paese. La Gran Bretagna e il mondo – ha concluso – sapranno prevalere sulla minaccia del coronavirus. Prevarremo e la vittoria apparterrà a ciascuno di noi. Dobbiamo confortarci pensando che giorni migliori torneranno: che saremo di nuovo con i nostri amici, saremo di nuovo con le nostre famiglie e ci incontreremo ancora”.