MILANO – “Sono estremamente vicina alla sorella della vittima e mi piacerebbe dirle che leggendo questo appello e questa voglia di non piegarsi, il pensiero è tornato a me stessa, a 12 anni fa, quando ero sola, quando mi trovavo a sostenere una guerra nell’immaginario di tutti, prima ancora che nelle aule di tribunale. Penso a me quando mi trovavo a dire che mio fratello Stefano non era un santo né un eroe, ma che non doveva morire”. Lo dice Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, in una intervista a Repubblica.
“Voglio incontrare al più presto Bahija e dirle che sono a sua disposizione. Perché questo è quello che ho scelto di fare dopo la morte di mio fratello – afferma – Non si deve fermare. Non deve avere paura di niente e di nessuno. Deve andare avanti a testa alta perché il suo scopo è la ricerca della verità.
“Sentiremo dire le più svariate cose sulla vittima, me le aspetto – aggiunge – L’operazione per infangarlo è già iniziata, ma mi piacerebbe ricordare a tutti che a prescindere da chi fosse, da quali fossero le sue scelte di vita, nessuno può annientare i diritti di un altro essere umano”.
“È vero che Adriatici era un ex poliziotto, ma non era più in servizio. E dall’altra parte c’era un ragazzo non solo in evidente difficoltà ma anche disarmato e indifeso. Mi ha fatto paura vedere la facilità con cui è stato compiuto il gesto di sparare”, conclude.
(LaPresse)