“Volevo delle scuse da Zannini”: La Torre tira in ballo il politico per l’aggressione al figlio ad opera dei Fragnoli

208
Francesco Tiberio la Torre, Giovanni Zannini ed Alfredo Campoli

MONDRAGONE – La lite su un lido e poi la “spedizione punitiva” ad opera di soggetti legati al clan Fragnoli ai danni del figlio, Antonio La Torre. Questo, secondo quanto sostenuto da Francesco Tiberio La Torre, alias Puntinella, sarebbe la causa alla base della vicenda, attenzionata dalla Dda di Napoli, che ha portato al suo arresto con l’accusa di tentata estorsione. Vittime della sue presunte azioni malavitose sarebbero, sostiene la Procura di Napoli, il consigliere regionale Giovanni Zannini, l’imprenditore Alfredo Campoli e il figlio Pasquale. L’Antimafia sostiene che Puntinella, ora in carcere, cugino del boss Augusto (ex capo dei Chiuovi), nel 2023 aveva tentato di estorcere denaro al politico e ai Campoli. Ieri, durante l’udienza del processo a suo carico, La Torre ha dichiarato, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Giovanni Caparco del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che non aveva preteso denaro, ma voleva solo delle “scuse messe per iscritto”. Ma scuse per cosa? Proprio per quanto accaduto sul lido.

Secondo Puntinella, il figlio Antonio aveva raggiunto Zannini durante una festa in spiaggia, alla quale erano presenti – come dichiarato dall’imputato – anche il boss Giacomo Fragnoli, Donato Pagliuca, ora collaboratore di giustizia, e un tale Cascarino, per lamentarsi di una presunta mancanza professionale di Zannini (che era stato avvocato di Puntinella). Questo ipotetico errore aveva compromesso la possibilità di La Torre di affrontare un processo con rito abbreviato. Il figlio di Francesco Tiberio La Torre, nel corso del diverbio sul lido, avrebbe schiaffeggiato il politico. Ne nacque una zuffa nella quale il giovane riportò pure una ferita alla testa. Il giorno successivo, Antonio La Torre sarebbe stato aggredito da soggetti legati ai Fragnoli, ha chiarito Puntinella. Una spedizione che a suo dire andrebbe connessa a quanto accaduto in spiaggia.

Quando Francesco Tiberio La Torre è tornato in libertà, avrebbe voluto delle scuse per quanto accadde al figlio da parte di Zannini, ma queste non arrivarono. Secondo quanto raccontato dall’imputato, sarebbe stato Alfredo Campoli a provare a organizzare un incontro chiarificatore con Zannini, confronto che non si concretizzò concretizzato.

Il processo in cui ha parlato ieri Puntinella riprenderà ad aprile con la requisitoria del pubblico ministero Roberto Patscot della Dda di Napoli. La Torre è assistito dagli avvocati Carlo De Stavola ed Elisabetta Carfora, mentre Zannini, parte civile, è rappresentato dagli avvocati Angelo Raucci e Rosario Avenia. Anche il Comune di Mondragone si è costituito parte civile con l’avvocato Francesco Melone.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome