CASERTA – Il periodo estivo, con l’aumento degli spostamenti, evidenzia ancora di più l’inadeguatezza dello scalo di Pontecagnano come alternativa a Capodichino. Come fa notare il comitato “No Fly Zone”, che si batte contro i sorvoli delle zone densamente abitate e chiede di realizzare lo scalo civile a Grazzanise, pochi giorni fa all’aeroporto “Costa d’Amalfi” sono atterrati due jet, della capienza di 120 passeggeri ciascuno, che sarebbero dovuti ripartire a breve, ma entrambi hanno fatto registrare un’ora e mezza di ritardo. “Intanto – osserva la portavoce del comitato Stefania Cappiello – Capodichino continua a essere saturo: ci sono giorni in cui si registrano oltre 360 voli, mentre Pontecagnano è fermo a 21”.
Il comitato ha più volte ricordato che lo scalo salernitano ha limitazioni strutturali e orografiche e che sarebbe importante puntare invece su Grazzanise. Intanto, è attesa la decisione del giudice nella vertenza in corso davanti al tribunale civile di Napoli sulla questione dei sorvoli fra 4 cittadini e la Gesac, società che gestisce l’aeroporto di Capodichino. I cittadini, affiancati da Assoutenti, chiedono il risarcimento dei danni causati dai sorvoli legati allo scalo di Capodichino, ormai oltre i limiti di capienza. La possibilità di misurazioni congiunte del rumore, suggerita dallo stesso giudice che sta seguendo la vertenza, non è stata praticata. Gesac non solo evita l’accordo con i cittadini, ha anche chiesto di estromettere dalla causa Assoutenti Napoli Città Metropolitana, che è intervenuta a sostegno dei cittadini e del comitato “No fly zone” . Il collegio difensivo della Gesac chiede di accertare e dichiarare l’inammissibilità dell’atto di intervento di Assoutenti. Questo perché, si legge nell’atto depositato in tribunale, l’associazione, nel proprio atto, non deduce ragioni e/o interessi propri, tali da giustificare il proprio intervento nel presente giudizio, salvo dichiarare di essere “una Associazione statutariamente impegnata nella tutela dei consumatori e degli utenti ed ha come scopo la promozione e la tutela, su base regionale, dei diritti dei cittadini campani in quanto consumatori e utenti senza distinzioni di genere”.
“Sebbene possa essere attribuita ad Assoutenti – nota ancora la Gesac – la qualificazione giuridica di ente esponenziale di interessi diffusi quale associazione attiva nella tutela dei consumatori, non può certamente, per un mero automatismo, ergerla quale rappresentante di interessi che nulla hanno a che vedere con la tutela consumeristica; tutela che, peraltro, potrebbe (in astratto) sostenere interessi di segno opposto alla pretesa cautelare invocata dai ricorrenti”. La Gesac dubita “dell’effettiva rappresentatività di Assoutenti rispetto agli interessi di cui l’associazione si asserisce portatrice nell’atto di intervento… come emerge chiaramente dallo Statuto non vi è alcun riferimento alla tutela oggetto del presente giudizio cautelare”. L’intervento dell’associazione di tutela di consumatori sarebbe quindi inammissibile.
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