Volley, Zaytsev: “A Tokyo l’ultimo treno per l’oro olimpico”

Siamo una bellissima squadra, ma alcuni componenti sono un po' avanti con l'età...per questa squadra è l'ultimo treno: cercheremo di sfruttare l'occasione e di prenderlo".

Foto Ivan Benedetto/LaPresse

MILANO – “Siamo una bellissima squadra, ma alcuni componenti sono un po’ avanti con l’età…per questa squadra è l’ultimo treno: cercheremo di sfruttare l’occasione e di prenderlo”. La stella di Modena e dell’Italvolley Ivan Zaytsev si racconta a Extratime, trasmissione di Radio1 Rai, in vista dell’appuntamento olimpico dell’anno prossimo. “Veniamo da un bronzo a Londra e da un argento a Rio: a Tokio dovremmo chiudere la sequenza e dovrebbe arrivare l’oro…però con le sequenze logiche in questi casi ci fai poco”, dice sorridendo il pallavolista italiano, figlio del campione sovietico Vjaceslav Zajcev e della campionessa di nuoto Irina Pozdnjakova. “Mio padre è stato il primo atleta ad essere autorizzato da Gorbaciov in persona ad uscire dai confini dell’Unione Sovietica per giocare a Spoleto, dove sono nato io e dove è iniziata la mia storia… Mio padre versava comunque il 70% cento dei propri introiti al partito comunista e a noi come famiglia rimaneva relativamente poco – ha raccontato – Erano anni di sacrifici e di problemi quotidiani, ma tutto cadeva nel dimenticatoio grazie ai grandi risultati sportivi di mamma e di papà”.

Una scelta che ha cambiato il suo futuro

 Tra il nuoto e il volley Ivan ha optato per quest’ultimo. “Ho scelto la pallavolo perché non si poteva fare altrimenti – racconta ridendo per la scelta imposta dal papà – ma preferisco comunque lo sport di squadra e non sono portato per stare da solo in acqua a luminare braccia e gambe. Se mi sento più italiano o russo? Io sono italiano al 300% , ma in mente ho anche un bagaglio di cultura russa e ringrazio i miei genitori di avermi trasmesso i valori di una cultura diversa. Mentalmente sono competitivo e ogni cosa che affronto cerco di farla al massimo delle mie possibilità”, ha concluso Zaytsev.

LaPresse

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