Nessun paletto, almeno per ora: gli Stati membri hanno diritto a proporre i loro commissari e il presidenti della Commissione “a chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino delle buone ragioni”. E’ la linea tracciata da Von der Leyen, ma per iniziare bene, ha detto l’ex ministra tedesca, “è importante che non dia delle condizioni”. In realtà una c’è, riguarda il genere: “L’unica cosa essenziale – ha spiegato la politica – è che nel collegio ci siano anche donne quanto sono gli uomini”.
Dunque, se anche il governo penta-leghista dovesse resistere e proporre un esponente del Carroccio come commissario, il presidente non farebbe troppe storie. Più rigida invece sulla questione economica: “La Commissione che presiederò monitorerà molto da vicino la situazione in Italia con l’obiettivo di riuscire a investire per stimolare la crescita senza contravvenire alle regole esistenti. Cercherò sempre un approccio aperto e costruttivo con l’Italia”.