BRUXELLES – Una maggioranza politica a geometria variabile, è questa la strategia con cui Ursula von der Leyen cercherà di ottenere l’approvazione del Parlamento europeo per diventare la prima donna alla presidenza della Commissione europea. Martedì prossimo sarà la giornata decisiva. La tedesca lancerà il suo ultimo appello all’aula di Strasburgo dalle 9 della mattina. Nel pomeriggio i gruppi potranno tornare a riunirsi per vedere se la candidata avrà sciolto i dubbi – tanti – ancora sollevati da diverse delegazioni politiche. Poi, nel segreto delle urne alle 18, tutto potrà succedere. Scontato l’appoggio dei popolari, con la benedizione del premier ungherese Viktor Orban che saluta con favore la nomina di una donna tedesca, madre di sette figli, come la “prova che in Europa soffia un vento diverso”. I problemi maggiori restano in casa socialista ed è probabile che il gruppo “si spacchi”, come indicato da Carlo Calenda.
Sul piede di guerra la SPD tedesca che già aveva costretto la cancelliera Angela Merkel ad astenersi al Consiglio europeo sulla sua pupilla. La candidata è “invotabile”, tuona la vicepresidente del Parlamento europeo Katarina Barley in un’intervista al quotitdiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. I socialdemocratici attraverso la loro presidente Iraxte Garcia hanno inviato una lettera a Von der Leyen chiedendo una risposta scritta su varie “questioni irrisolte”, in particolare relative alla difesa dello stato di diritto, al rispetto dei principi di flessibilità nel patto di stabilità e alla gestione dei flussi migratori. “Se volete delle istituzioni che funzionino per i prossimi quattro anni non dimenticate i Verdi e non marginalizzate il PSE”, ha ammonito da Budapest Pierre Moscovici, commissario europeo per gli Affari economici.
Contrari i Verdi e la Gue, e per sopperire alle defezioni annunciate anche tra liberali e socialisti Ursula von der Leyen va a caccia di voti a destra e fa l’occhiolino a sovranisti e conservatori. Nel gruppo ECR potrebbe ottenere i voti dei polacchi di PiS, partito al governo in Polonia che già l’ha sostenuta durante il vertice europeo del 2 luglio assieme agli altri Paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia). Intensi contatti ci sono stati anche con la Lega: il leader leghista Marco Zanni le ha parlato per telefono, e afferma di “aspettare rassicurazioni sul programma e sulla squadra di governo”, mentre annuncia una riunione del gruppo sovranista Identità e Democrazia lunedì alla vigilia del voto. Il voto della Lega potrebbe rafforzare il ruolo del commissario italiano nell’esecutivo a guida Von der Leyen. Ne sono consapevoli anche i Cinque stelle che ne discuteranno a Strasburgo lunedì, dopo un primo incontro questo giovedì tra la candidata e i capigruppo Castaldo e Beghin, definito “gradevole” e ricco di “priorità condivise”, dal salario minimo europeo alla gestione delle frontiere esterne. Per essere eletta, Ursula von der Leyen ha bisogno di almeno 374 voti.
(Lp – Margherita Sforza)