Elezioni regionali in Campania, indaga la Procura

Il candidato di Noi Campani Stellato è ritenuto dal giudice la persona offesa dai fatti. Su alcune schede le preferenze espresse per i compagni di lista Iodice e Griffo sono state tracciate a penna e con grafie diverse

Steve Stellato, Maria Luigia Iodice e Fortunato Griffo

CASERTA – Dalla giustizia amministrativa a quella penale il salto non è né scontato né breve. Ma il caso che vede protagonista, anzi, d’ora in poi dovremo dire ‘persona offesa’, Agostino ‘Steve’ Stellato, lo ha fatto. Il balzo c’è stato. Cosa significa? Che sulle Regionali del 2020 la Procura di Napoli Nord ha aperto un’inchiesta. Non sarà, dunque, soltanto il Consiglio di Stato ad occuparsi (lo farà il 30 novembre) dello scranno nell’assise campana non ottenuto dal giovane di Bellona, che si era candidato nella lista Noi Campani (messa in piedi, a Caserta, da Luigi Bosco). Il caso, adesso, è attenzionato pure dagli inquirenti di Aversa che hanno ravvisato l’ipotesi di alterazione di alcune schede elettorali a seguito dell’esposto che proprio Stellato, assistito dall’avvocato Francesco Parente, aveva presentato alla Digos di Caserta.

A spingere il politico dell’Agro caleno a rivolgersi alla polizia era stato il rinvenimento, nel corso delle operazioni di verifica dei voti, effettuate dalla Commissione prefettizia, di alcune sezioni che avevano riportato, secondo il ricorrente, il conteggio errato delle preferenze ottenute dai candidati in corsa. E nelle urne di una di quelle da ri-esaminare (la sesta del seggio di San Cipriano d’Aversa) svariate schede si erano presentate con caratteristiche alquanto anomale: riportavano i nomi e i cognomi di Fortunato Griffo, sanciprianese, e Maria Luigia Iodice, marcianisana, anche loro candidati di Noi Campani, scritti con grafia diversa. E, altro particolare, una delle due preferenze era stata segnata usando una penna e non la matita data in dotazione dal Viminale ai seggi elettorali. Il sospetto che non fosse stata la stessa mano a scrivere, quindi, c’è. E quelle anomalie, prima ancora che intervenisse la Procura, erano state già annotate dal viceprefetto incaricato nel verbale di conclusione dei lavori di riconteggio. I controlli sui voti erano stati innescati dal ricorso al Consiglio di Stato che Stellato, attraverso l’avvocato Renato Labriola, aveva presentato, sostenendo che il posto nel consiglio regionale ottenuto dalla Iodice toccava a lui. E se non lo aveva avuto era per errore nel calcolo delle preferenze. Anche la Iodice, tirata in ballo nel ricorso, aveva chiesto di verificare alcune sezioni. E le schede elettorali oggetto dell’attività investigativa sono emerse nel seggio elettorale sanciprianese sul quale proprio i legali della marcianisana volevano vederci chiaro.

L’inchiesta che sta seguendo Napoli Nord è ancora alle battute iniziali e, soprattutto, è contro ignoti. Non sono coinvolti né la Iodice né Griffo (da ritenere estranei alla vicenda ed innocenti fino a prova contraria). La certezza, per ora, è che Stellato viene identificato come persona offesa. Cioè la Procura di Napoli Nord ritiene che le presunte condotte illecite lo abbiano danneggiato elettoralmente. Ma le persone che hanno beneficiato del presunto reato, che lo hanno commesso e commissionato non sono state ancora identificate.

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