Voto a Napoli, Fratelli d’Italia serra le fila per il boom alle Comunali

NAPOLI – Al netto della ventata di civismo che la contraddistingue, questa tornata elettorale passa inevitabilmente dai partiti. Nel centrodestra, Forza Italia è alle prese con la fuga a sinistra della pattuglia di fuoriusciti guidata da Stanislao Lanzotti. La Lega è in fase di assestamento e lascia ancora sguarniti diversi quartieri della città. Prima per preferenze ottenute alle ultime elezioni regionali, invece, Fratelli d’Italia consolida il suo ruolo di guida all’interno della coalizione. Una responsabilità che i big del partito non negano e che dichiarano di volersi assumere, ma “solo a beneficio della coalizione”.

Il ruolo di traino alle urne che ci si aspetta dal partito di Giorgia Meloni ha un suo peso specifico al tavolo delle Municipalità, una partita ancora di là dall’essere chiusa. “Maresca con noi è stato chiaro – spiega Luca Ferrari (nella foto) -: sono un tema politico e tocca ai partiti”. L’ultima spartizione pattuita prevedeva che la presidenza di quattro parlamentini andasse a Fratelli d’Italia, quattro a Forza Italia e le restanti due alla Lega. L’emorragia di candidati (e voti) dagli azzurri rimescola le carte al tavolo da gioco. Nell’ultima conta, quattro ne rimangono a Fratelli d’Italia, Forza Italia ne perde una e le restanti tre saranno appannaggio di Lega e liste collegate a Catello Maresca. “Il problema sono i personaggi autoreferenziali nascosti dietro le civiche – dichiara il consigliere regionale Marco Nonno (in foto) -, che avanzano pretese assurde trovando sponda nei falliti di altre competizioni elettorali”.

Le richieste delle civiche creano problemi soprattutto a Forza Italia e Lega, che non hanno sede e radicamento in ogni quartiere. L’ampio margine di manovra che rivendica Fratelli d’Italia ha le sue radici nel passo indietro fatto sul candidato sindaco: “Maresca è il candidato di tutti – continua Nonno – ma ricopre un ruolo che, a differenza di FI e Lega, noi avevamo attribuito a Rastrelli. Il sacrificio di Sergio deve essere riconosciuto”. Fratelli d’Italia chiede dunque le presidenze della decima (Bagnoli-Fuorigrotta), della nona (Soccavo-Pianura), dell’ottava (Piscinola-Scampia), della sesta (Ponticelli-Barra) e della quinta (Vomero-Arenella).

L’invito, ad ogni modo, è alla coesione: “Mi auguro piena compattezza – è l’auspicio di Andrea Santoro (nella foto), consigliere uscente non ricandidato – Non avrebbe senso fare scelte diverse al Comune e nelle Municipalità”. Il ventaglio di nomi che Fratelli d’Italia candida per la corsa a palazzo san Giacomo segue invece il criterio del doppio binario che vede la compresenza di nomi della vecchia guardia insieme a volti nuovi, spesso alla prima competizione elettorale. Del primo schieramento fanno parte, tra gli altri, Gennaro Castiello, Luigi Rispoli e Piero Diodato.

Tra le file dei giovani, invece, figurano i nomi di Rosanna Ruscito, Giorgio Longobardi, Luca Iacovelli e Diego Militerni. La commistione di vecchio e nuovo non mette d’accordo tutti gli esponenti di partito. Non manca chi esprime le sue riserve: “Se non portiamo i giovani al Comune facciamo un danno non solo al partito, ma soprattutto alla città – spiega Marco Nonno – Con tutto il rispetto per le vecchie glorie, va dato spazio alle nuove leve”. Il timore è l’effetto tappo a danno dei giovani nomi in lista che, nelle competizioni precedenti, sostenevano proprio esponenti della vecchia guardia.

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