Voto a Napoli. Manfredi strizza l’occhio a DeMa

Altro che discontinuità: “Bene il lungomare liberato, ora approvi il Bilancio”. Fico nasconde l’imbarazzo per l’accordo con i forzisti: “L’ex rettore figura di garanzia”. Per ora sono ben 14 le liste ‘giallorosse’

NAPOLI – Viva la semplicità. Gaetano Manfredi ha dovuto lavorare duro per fare sintesi nella sua estesa e variopinta coalizione. E’ lui stesso ad ammettere quanto è stato complesso: “Quando mi è stata proposta la candidatura c’erano 24 sigle al tavolo della coalizione. Ho chiesto dall’inizio una semplificazione e oggi si sta arrivando a una proposta politica con 12 o 13 liste che rappresentano questa coalizione di centrosinistra allargata ai 5 Stelle – ha detto nel corso di un intervento radiofonico – È un percorso politico molto naturale, tutte le sigle che si stanno impegnando fanno parte dell’area del centrosinistra. Mi sembra un percorso naturale, ci consentirà di avere un’offerta politica molto valida, ampia ma coesa”.

In realtà non è così, visto che in coalizione ci sono gli Azzurri per Manfredi, che hanno nostalgia del Berlusconi del 1994 e vedono nel progetto giallorosso la possibilità di tornare alle origini. Una situazione talmente allargata che dovrebbe far storcere il naso ai puristi 5 Stelle. Ma i tempi dei vaffa sono belli che andati e Roberto Fico nasconde la polvere sotto il tappeto. Dopo aver negato le difficoltà delle liste, che si stanno formando nelle chat di WhatsApp, il presidente della Camera si trincera dietro la figura di garanzia: “Manfredi dà garanzia della qualità delle persone, delle liste. Dà garanzie nella serietà, nel fatto di pensare solo al bene di Napoli. Credo che ci si può muovere agevolmente in un progetto che possa essere positivo”. Praticamente la sola stretta di mano rende progressista chi è stato per 20 anni a seguito di Berlusconi e un uomo delle istituzioni un grillino.

Sarà. Ma l’estensione dell’armata che punta a spingere l’ex rettore a vincere al primo turna lo costringe necessariamente alle ambiguità. Nei primi giorni della campagna elettorale, Manfredi sembra propenso a mandare a casa prima possibile Luigi De Magistris.
Oggi, invece, plaude al suo progetto di lungomare liberato, al punto da promettere che guarderà i piani dell’amministrazione uscente prima di decidere sul futuro di via Partenope, e addirittura spera che “l’amministrazione comunale approvi rapidamente il bilancio previsionale, perché siamo alla fine di luglio e ancora non abbiamo il bilancio approvato. Questo rappresenta un grande problema per la città e un limite enorme per la funzionalità del Comune”.

In teoria dovrebbe auspicare la fine anticipata dell’avventura arancione a Palazzo San Giacomo, anche per evitare che la sua avversaria Alessandra Clemente continui, come sta facendo, a fare campagna elettorale da assessore in carica, con tutti i vantaggi che ne conseguono. E invece niente, mano tesa. Chissà che Manfredi, che nelle sue liste avrà anche l’ex consigliere provinciale Massimo Cilenti, non speri ancora in un accordo ampio tra dem e sindaco. Altro che discontinuità. L’armata dell’ex rettore è multicolor e ampia più che mai, ma le sorprese sembrano non essere ancora finite.

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