MILANO – Quaranta tirocini formativi per periodi di internship nei cantieri di Webuild in Italia e nel mondo, in un periodo di 5 anni, a disposizione di giovani laureati e laureandi, che abbiano presentato le migliori tesi in innovazione e digitalizzazione delle infrastrutture. E’ l’impegno che Webuild mette in campo con il premio Alberto Giovannini, parte del più ampio programma di iniziative che il gruppo sta realizzando nel mondo per contribuire a formare giovani nel settore delle infrastrutture. Finanziati alle università anche percorsi di ricerca per 4 dottorati di 3 anni ciascuno.
Webuild a Milano ha lanciato il premio, dedicato alla vita e all’impegno per i giovani profuso da Alberto Giovannini, l’economista italiano presidente del consiglio di amministrazione del gruppo delle infrastrutture, prematuramente scomparso nel 2019. E’ stato presentato nel corso di un evento con l’Amministratore Delegato di Webuild, Pietro Salini, il Consigliere Economico del Presidente del Consiglio, Francesco Giavazzi e Carmine Di Noia, Commissario Consob, amici di lunga data e colleghi di Giovannini, alla presenza di Patrizia Cavazzini Giovannini, storica dell’arte e moglie dell’economista. Una occasione per tirare un filo tra l’esperienza di Giovannini e le prospettive dei giovani italiani. Oltre ad aver guidato il ritorno dell’Italia sul mercato obbligazionario nel 1993, ad aver collaborato con il governo italiano e con le massime istituzioni europee, Giovannini è stato tra i primi a pubblicare sull’American Economic Review. Un filo di cui è intessuto il ragionamento che Giavazzi ha fatto sull’Italia oggi: “Il Pnnr ci riconcilia con quanto studiato. La crisi spesso aiuta a fare riforme. La pandemia ha fatto accadere quanto sembrava impossibile. Ha smosso anche chi era più duro”. E per Giavazzi “il rapporto pubblico-privato è fondamentale. Importante il ruolo di Webuild ed il dialogo con il Governo e il Ministero dell’Economia per riuscire ad implementare un piano complesso, che porta con sé anche una serie di impegni sulle riforme”.
I giovani tornano come focus nelle parole di Pietro Salini, ceo di Webuild: “Ogni anno nel mondo – ha ricordato – assumiamo in media 4.000 under 30. Su 25.000 assunti entro il 2024, prevediamo che la metà saranno giovani. E per i prossimi 5 anni prevediamo di inserire in Italia 800 giovani all’anno. Già oggi Webuild ha una popolazione di giovani sotto i 35 anni pari al 43% della popolazione complessiva di dipendenti diretti e intendiamo rafforzare i nostri investimenti in giovani talenti per continuare ad innovare ed essere più competitivi”. “Il settore delle infrastrutture – aggiunge – ha urgente bisogno di personale formato. Parliamo di 100 mila risorse necessarie per le opere incluse nel Pnrr”. E anche per il manager “dobbiamo riuscire a fare collaborazione tra pubblico e privato”.
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