Whirlpool, sciopero e corteo al Mise. Todde: “Trattative delicate, in campo Chigi”

Uno sciopero, una grande manifestazione a Roma e ora Palazzo Chigi è pronta a prendere in mano la vertenza. Dopo 26 mesi continua la corsa contro il tempo per salvare i 340 lavoratori di Via Argine della Whirpool, che a ottobre 2020 ha chiuso lo stabilimento di lavatrici di alta gamma a Napoli e ora ha avviato la procedura di licenziamento collettivo.

ROMA – Uno sciopero, una grande manifestazione a Roma e ora Palazzo Chigi è pronta a prendere in mano la vertenza. Dopo 26 mesi continua la corsa contro il tempo per salvare i 340 lavoratori di Via Argine della Whirpool, che a ottobre 2020 ha chiuso lo stabilimento di lavatrici di alta gamma a Napoli e ora ha avviato la procedura di licenziamento collettivo. I sindacati, però, non intendono mollare e oggi hanno indetto otto ore di sciopero nazionale e organizzato un corteo nella Capitale, che intorno all’ora di pranzo è arrivato al Mise. Qui una delegazione di Fim-Fiom-Uilm è stata ricevuta dalla viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, che segue da tempo il dossier. Risultato? “Confermiamo il fatto che stiamo lavorando in maniera seria ad un progetto che sarà condiviso al più presto – ha spiegato l’esponente M5S – Ma non lo renderò noto fino a quando non avrò le certezze del caso. Le trattative sono delicate e non possiamo permetterci altri ritardi o passi indietro. Stiamo parlando con interlocutori seri con spalle robuste, e siamo consapevoli che i tempi scorrono”. Dal Mise si sottolinea come la decisione dell’azienda di non accettare le 13 settimane di cig gratuita sia stata “molto grave”, e si ribadisce come le istituzioni abbiano preso in carico “il piano di reindustrializzazione, ma c’è bisogno ancora di tempo”. Tempo però che scorre rapidissimo, visto che tra 65 giorni i licenziamenti saranno definitivi. Una possibile exit strategy viene indicata dai sindacati, che a dopo l’incontro con Todde spiegano come Palazzo Chigi, Mise e Ministero del lavoro “stanno definendo una norma che impedisca alle multinazionali di andarsene quando lo decidono”.

“Ci hanno confermato che Palazzo Chigi ha preso in carico la vertenza.

Abbiamo chiesto di essere convocati entro 7 giorni con Invitalia”, dice Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom, che si dice pronta a portare Whirlpool in tribunale. La linea delle parti sociali è semplice: secondo l’accordo siglato nel 2018 l’azienda ha ricevuto incentivi e fondi dal governo e non può chiudere così Napoli, visto che in Italia registra quasi il 20% di utili. “L’azienda deve rispettare l’intesa, se ha avuto degli incentivi vogliamo sapere a cosa erano condizionati. Dobbiamo continuare con le mobilitazioni e tenere alta l’attenzione sulla vertenza”, rilancia dalla Uilm il segretario nazionale Gianluca Ficco.

Todde assicura di stare lavorando “su tanti fronti per costruire lo scenario migliore possibile” e che a breve convocherà un nuovo incontro, mentre da Napoli i candidati sindaci di area progressista-riformista, Antonio Bassolino, Alessandra Clemente, Sergio D’Angelo, Gaetano Manfredi lanciano un appello al governo affinchè si mettano in campo “ogni azione possibile, per far sì che venga preservato il sito produttivo di via Argine e vengano garantiti appieno i livelli occupazionali per tutti i lavoratori attualmente impiegati”.

di Alessandro Banfo

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