WikiLeaks, Chelsea Manning rimandata in carcere per oltraggio a corte

La decisione del giudice Anthony Trenga è stata resa nota da Andrew Stepanian, portavoce degli avvocati difensori

Un giudice federale statunitense ha ordinato il ritorno in carcere dell’ex analista dell’intelligence militare Chelsea Manning, per “oltraggio alla giustizia” a causa del rifiuto della donna di rispondere alle domande sul fondatore di Wikileaks, Julian Assange.

L’ex soldatessa ha trascorso già sette anni in prigione, per aver trasmesso una grande quantità di documenti militari e diplomatici classificati a WikiLeaks nel 2010. Di recente ha passato altri due mesi in cella in Virginia, per analoghe accuse di “oltraggio alla corte”.

La decisione del giudice Anthony Trenga è stata resa nota da Andrew Stepanian, portavoce degli avvocati difensori.

Anni fa Manning era stata considerata eroica da molti (dai gruppi pacifisti a quelli per la trasparenza dell’informazione) per aver diffuso i documenti classificati statunitensi sulle guerre in Iraq e Afghanistan; le sue azioni avevano contribuito a trasformare WikiLeaks, fondato da Assange, in una forza di spicco del movimento globale contro la segretezza. L’ex analista era stata condannata nel 2013 a 35 anni di carcere per il passaggio dei file ad Assange, ma nel gennaio 2017 l’allora presidente Barack Obama aveva commutato la sua pena, consentendole di essere scarcerata a maggio. A marzo un giudice aveva poi condannato Manning per oltraggio alla corte, quando si è rifiutata di testimoniare, e ordinato la sua carcerazione per costringerla a parlare.

Lo Sparrow Project aveva annunciato la sua scarcerazione dopo 62 giorni in cella, alla scadenza del mandato deciso dal gran jury. “Purtroppo, già prima del rilascio Chelsea ha ricevuto un’altra convocazione. Ciò significa che le è stato richiesto di comparire davanti a un altro grand jury, giovedì 16 maggio”, aveva spiegato l’organizzazione citando i legali di Manning. “Di conseguenza è prevedibile che sarà di nuovo detenuta per oltraggio alla corte” e riportata nel centro di detenzione di Alexandria, forse già giovedì, avevano precisato gli avvocati. Annunciando quanto accaduto: “Chelsea continuerà a rifiutare di rispondere alle domande”.

Le attività del Wfp, nel quadro del programma, prevedono il sostegno alle Scuole Agricole per la Nutrizione che insegnano alle comunità rurali a produrre e preparare alimenti più nutrienti, e a seminare orti domestici per aumentare la varietà alimentare. La delegazione ha visitato inoltre la scuola di Ban Bor nel distretto di Xay, che prende parte ad un programma nazionale per le mense scolastiche volto a promuovere pasti più sani per gli scolari. Graziano da Silva e Beasley hanno assistito all’affidamento al Governo del programma alimentare scolastico del WFP attivo in oltre 500 scuole. Grazie a questo programma, iniziato nel 2002, il WFP ha fornito pasti sani a oltre 140mila scolari in 1.450 scuole per migliorarne le capacità di apprendimento e la salute. Le comunità sono inoltre aiutate a creare e gestire orti scolastici per assicurare che prodotti freschi e sani siano a disposizione della mensa scolastica e a insegnare la nutrizione ai bambini.

(LaPresse)

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