Zagaria: ‘Il tesoro del boss è al sicuro’. La riunione con Fulco raccontata dalla moglie di Salvatore Carlino alla suocera

Ciccio ‘e Brezza da luglio sta parlando con i pm della Dda di Napoli: è in carcere per camorra e omicidio

CASAPESENNA – “Volevate trovare i lingotti e non ci siete riusciti”: Michele Zagaria lo disse gridando, in tono di sfida. E’ in cella dal 2011, ma con quelle parole, lo scorso 15 marzo, alla Dda ha voluto ricordare una sua vittoria. Era in video-collegamento dal carcere di L’Aquila (ora si trova a Tolmezzo), per assistere al processo dove è imputato per associazione mafiosa: nonostante il carcere duro, secondo la Dda, ha continuato a gestire la cosca attraverso i colloqui con i familiari. Quel giorno le domande del pm Maurizio Giordano e le risposte di Fabio Gargiulo, maggiore della Dia, fecero imbestialire il boss, fino a spingerlo ad inveire barbaramente contro il sostituto procuratore presente in aula e contro Catello Maresca (il magistrato che condusse l’operazione per la sua cattura).

E’ vero, se Zagaria ha mai avuto dei lingotti, almeno finora non sono stati trovati. Però, se tesoro c’è, a quanto pare, dove si trova e in cosa consiste è un’informazione che potrebbe avere Ciccio ‘e Brezza, al secolo Francesco Zagaria, l’imprenditore arrestato a febbraio per concorso nei delitti Caterino-De Falco (avvenuti nel 2003) e per camorra. Il business-man, con attività nei Mazzoni e nell’Agro caleno, da qualche settimana ha rotto il vincolo di omertà scegliendo di parlare con i magistrati della Dda di Napoli.

A tracciare il know-how mafioso del business-man di Casapesenna, trapiantato a Capua, qualche anno fa era già stata Antonietta Carlino, moglie di Salvatore Carlino, imputato per riciclaggio aggravato dalla finalità mafiosa. La donna, il 14 dicembre del 2011, raccontò a Gabriella Rocco, la suocera, di un incontro avvenuto presso la loro abitazione con Giovanni Fulco (imputato per riciclaggio ) e proprio Francesco Zagaria pochi giorni dopo la cattura del latitante (la Carlino e la Rocco non sono indagate ed innocenti fino a prova contraria). Nel corso di quella conversazione (intercettata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta) parlando del ‘tesoro’ del padrino manifestò la preoccupazione per un eventuale suo rinvenimento da parte delle forze dell’ordine.

Ma Ciccio ‘e Brezza rassicurò tutti: “Adesso lo trovano…”, nel senso che non sarebbero mai riusciti ad individuarlo. Chi esplicitamente ha raccontato alla Dda dell’ingente quantitativo di denaro contante mosso dal boss Michele Zagaria è stato Generoso Restina, suo vivandiere fino al 2008. Ma le informazioni che ha raccolto si fermano a quasi dieci anni fa. Francesco Zagaria, invece, ha potuto muoversi liberamente e, stando alla tesi della Dda, ‘lavorare’ per il clan dei Casalesi fino al 2017, caratteristiche che gli danno una conoscenza attualissima delle dinamiche della cosca. E se tesoro c’è, Ciccio ‘e Brezza potrebbe mettere gli inquirenti sulle giuste tracce per scoprirlo e sequestrarlo.

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