CANNES – “Il cinema non rimanga muto”. E’ stato il monito che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky ha voluto lanciare nel suo intervento in collegamento da Kiev a margine della cerimonia di apertura di Cannes 75, svoltasi presso il Palais des Festival dell’elegante cittadina francese che affaccia sulla Costa Azzurra. Ventuno i film in concorso, fra cui i tre italiani, “Nostalgia” di Mario Martone, “Le otto montagne” di Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch e “Les Amandiers” di Valeria Bruni Tedeschi.
L’intervento di Zelensky
Il presidente ucraino ha colto l’occasione per appallarsi al prestigioso mondo del cinema a “non restare muto” citando non a caso il regista Mantas Kvedaravicius, deceduto proprio in Ucraina, il cui documentario ‘Mariupolis 2’ portato a termine dalla compagna Hanna Bilobrova, verrà prossimamente presentato al festival in una proiezione speciale. Zelenski ha detto che “l’inferno è l’inferno” e “l’’odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno. Siamo in guerra per la libertà. Serve un nuovo Chaplin che dimostri che il cinema di oggi non è muto. Noi continueremo a lottare, perché non abbiamo altra scelta e sono convinto che il dittatore perderà. Ma il cinema starà zitto o parlerà? Il cinema può stare fuori da questo?”. E citando ‘Apocalypse Now’ ha concluso: “Mi piace l’odore del napalm al mattino”.
Partecipazione emotiva
Il presidente di giuria Vincent Lindon che assegnerà la Palma d’oro il 28 maggio prima dell’intervento di Zelensky aveva già sensibilizzato la folta platea sul tema della guerra: “I tormenti del mondo, che sanguina, soffre, brucia in Ucraina, ma anche nelle dimenticate guerre nello Yemen e nel Darfur, mi tormentano la coscienza”. Un concetto che l’attore e attivista Forest Whitaker ritirando la Palma d’oro d’onore ha ribadito con poche ma pregnanti parole: “I registi ci aiutano a dare un senso a questo mondo”.